La religione c'entra eccome, spiega il cardinale Bagnasco

Intervistato dal Corriere il presidente della Cei riconosce che quella in atto non è una guerra di religione, ma che la religione è alla radice del problema: i musulmani devono isolare i fondamentalisti, l'Europa tornare a essere cristiana. "Il dialogo si fa solo quando c'è qualcosa da dirsi". L'arcivescovo di Parigi: "I cristiani solo l'obiettivo dell'Isis".

di Redazione | 28 Luglio 2016 ore 11:27 Foglio

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Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, riconosce che "questo conflitto tra fedi non c'è", ma spiega che per smentire questa idea è necessario "chiedere un aiuto significativo al mondo musulmano". L'arcivescovo di Genova parla da Cracovia al Corriere della Sera e commenta la sequela stragista che sta colpendo l'Europa.

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Il ruolo dei musulmani è essenziale, dice Bagnasco, "nel condannare con estrema chiarezza questi fatti. Per aiuto intendo che il mondo musulmano moderato faccia sentire la sua voce alta, unitaria, ripetuta, decisa, priva di qualsiasi ambiguità e che esprima un'assoluta condanna proprio per isolare quei fondamentalisti che si servono delle categorie religiose per raggiungere ben altri scopi". "Sarebbe essenziale – ha aggiunto Bagnasco – se le tante realtà musulmane, pur nella loro differenza religiosa, rifiutassero esplicitamente e senza esitazione un fanatismo barbaro e omicida. Questo è il primo punto, essenziale, e speriamo che sia così".

 

Il secondo punto che il porporato mette al cuore della riflessione riguarda l'Europa e l'occidente più in generale: "Il nostro continente dovrebbe riappropriarsi della propria cultura che ha, nelle radici, una visione antropologica e ideale cristiana. L'Europa dovrebbe riproporre ai propri cittadini una visione alta e personalistica della società, dove la persona sia davvero al centro di una precisa visione antropologica, non nel segno dell'individualismo ma della solidarietà. E' un approccio intrinsecamente cristiano".

Quanto al dialogo, ricorda il cardinale, "come spiega bene Emmanuel Mounier parlando di 'personalismo', il dialogo si realizza in due quando si ha qualcosa di autentico da dirsi, quando l’uno offre all’altro il meglio di sé".

Dalla Francia è intervenuto, con una lunga intervista apparsa sul Figaro, il cardinale André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi. Non c'è una guerra tra religioni, spiega, quanto una guerra che minaccia "la nostra cultura", dove per "nostra" s'intende sia quella cara ai credenti sia ai non credenti. A ogni modo, sottolinea il cardinale francese, "è chiaro che il riferimento cristiano, la fede in Cristo e la Chiesa sono designati dal Daesh come un obiettivo legittimo" da colpire.

Categoria Religione

Commenti

Maria • 2 ore fa

Ringrazio Angelo Bagnasco per l esplicita chiarezza in risposta se si tratti di guerra di religione. Il cristianesimo ha fatto venia nei confronti dell ebraismo,ma rimangono delle ombre sul messaggio ebraico-biblico dove solo Gesu e il vero salvatore e portatore di pace. DOMANDA Che cosa s intende in questo caso e cioe dal punto di vista religioso spirituale PACE?? Nella politica degli stati significa patto ma non nel senso dello shalom che per evitare inutili polemiche o malintesi evito di trattare. Maria

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honhil • 2 ore fa

A quanto pare, nella Chiesa, il solo a non avere ancora capito il problema è Francesco.

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