Un fronte cattolico contro Francesco

“Inaccettabile dire che l’islam non c’entra nulla con l’estremismo”

di Redazione | 05 Agosto 2016 ore 11:00 Foglio

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 “Quindici anni dopo gli attacchi dell’11 settembre e dieci anni dopo il discorso di Papa Benedetto XVI a Ratisbona, Papa Francesco ha ottenuto il consenso delle elite laiche in relazione alla minaccia del terrore jihadista”. Così il Catholic Herald inizia il racconto della posizione di Papa Francesco in materia di terrorismo, espressa durante il suo viaggio alla Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia. “Il Santo Padre ha parlato sull'aereo di padre Hamel come uno dei molti cristiani uccisi in questa ‘guerra mondiale frammentaria’. Immediatamente consigliato da don Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica e portavoce de facto del Santo Padre, sul fatto che ciò potrebbe essere interpretato come se l'Islam stesse muovendo guerra al cristianesimo, il Santo Padre è tornato sull’argomento con i giornalisti e ha provocato un’ulteriore spaccatura, insistendo che le guerre non sono mai causate dalla religione. Un tema sul quale è ritornato anche durante il viaggio di ritorno: ‘Non esiste un fenomeno come la violenza islamista più di quanto una violenza domestica in Italia costituisce una violenza cattolica’. ‘Esistono persone [islamiche] violente... questo è vero: io credo che in quasi ogni religione c'è sempre un piccolo gruppo di fondamentalisti. Fondamentalisti anche noi li abbiamo’.

 

Non è chiaro se Papa Francesco parlasse in riferimento alla storia o all’attualità, ma in quest'ultimo caso non vi è alcuna evidenza di integralisti cattolici violenti che agiscono ovunque nel mondo. Ciò che il capo della Chiesa cattolica suggerirebbe è semplicemente eccezionale”.

Roma. Il Catholic Herald, settimanale inglese, torna sulla conferenza stampa aerea di Francesco di ritorno da Cracovia e plaude al fatto che la stampa laica ne abbia dato poco conto (almeno fuori dai confini italiani). “Forse, la novità sta scemando”, ha scritto nel suo editoriale padre Raymond de Souza, “e questo è un bene”. Anche perché il contenuto di quella riflessione a braccio è preferibile venga dimenticato al più presto, si legge in coda al commento: “E’ meglio che l’ultima parola (sul tema, ndr) non venga detta da Cracovia, una millenaria città di martiri, ignorando così i loro compagni contemporanei”. A giudizio del Catholic Herald, nel comportamento del Pontefice in realtà non v’è nulla di nuovo, ma si può intravedere “la replica del suo primo viaggio all’estero, per la Giornata mondiale della gioventù a Rio de Janeiro nel 2013, quando la stupenda occasione fu completamente coperta da quanto il Papa disse a bordo dell’aereo che lo riportava a Roma, e cioè dal motto non ufficiale del pontificato, ‘chi sono io per giudicare?’”.

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Il concetto l’ha ben chiarito un islamologo di fama, qual è il professor Abdel-Hakim Ourghi, direttore del dipartimento di Teologia islamica all’Università di Friburgo. “Nelle affermazioni del Papa rilasciate in aereo si percepiscono le tracce dell’umiltà di un capo religioso che non assume arie di superiorità e non condanna un’altra religione monoteistica”, dice Ourghi, che trova “lodevole e amabile” il non marchiare l’islam alla stregua d’una religione terrorista e incline alla violenza. Però, sottolinea l’intellettuale all’agenzia tedesca Kna, “ci sono molti islamisti che si rifanno a ben precise sure del Corano e alle azioni politiche intraprese dallo stesso Maometto, interpretandole come istruzioni dirette da eseguire”. Negarlo, aveva detto al Foglio il decano dei giornalisti libanesi, Issa Goraieb, una vita passata a scrivere di guerre di religione vere o presunte, “è fare come gli struzzi, che mettono la testa sotto la sabbia per non vedere la realtà”. Realtà che poi, aggiungeva Ourghi, è anche quella di giovani nati e cresciuti in Europa che scendono in piazza con convinzione manifestando per difendere “gli interessi di un tiranno” qual è Recep Tayyip Erdogan. “Hanno sostenuto un dittatore, l’islam e il nazionalismo”, per cui, chiosava, “non è più accettabile dire che l’islam non ha nulla a che fare con l’estremismo o che gli estremisti non sono musulmani”.

 Categoria Religione

Commenti

Iginio • 4 ore fa

Molto triste da una parte il fatto che né il papa (che pure viaggia spesso...) né qualche altro pezzo grosso del Vaticano fosse presente al funerale di padre Jacques Hamel, ma è triste anche il fatto che la salma del povero martire sia stata nascosta, teoricamente per ragioni di famiglia (grottesche: da quando in qua un sacerdote cristiano appartiene alla sua famiglia naturale di origine? Appartiene alla Chiesa!), di fatto per evitare che divenga meta di devozione e dunque se ne ricordi la ragione della morte. Come se nell'antica Roma i martiri fossero stati occultati per evitare contrasti con Nerone o Diocleziano.

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silvano de lazzari • 5 ore fa

Un fronte cattolico? Composto da quanti e da chi? Mi sembra il solito sogno scambiato per realtà. Non saranno per caso i seguaci dello scomparso Lefebvre in cerca di una nuova sistemazione?

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Massimo Buonocore • 7 ore fa

Bergoglio è, non dimentichiamolo mai, un gesuita. E' un Ordine i cui processi mentali sono difficilmente decifrabili. Per esempio sto ancora aspettando che il papa dica una parola di cordoglio per il sacerdote sgozzato in Francia.

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Vincenzo Fiorentini • 7 ore fa

"non è l’islam, come frettolosamente sentenziano i tribuni del politicamente corretto, bensì la deriva politico-ideologica di quella religione": aridaje. l'islam è dalla sua fondazione una dottrina ideologico-politica. vedi la storia personale di Maometto.

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Roberto Fedi • 8 ore fa

Ma possibile che nessuno abbia il coraggio di affermare, nemmeno i laici, che il papa è un incapace e che la Chiesa è guidata da un curato di campagna, per altro ben poco colto e perspicace?

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Angelo Bellettini  Roberto Fedi • 5 ore fa

Caro Roberto, mi permetta di dissentire dal suo commento implicitamente negativo nei riguardi dei curati di campagna. San Giovanni Maria Vianney era uno di loro, ma non avrebbe mai nemmeno pensato le colossali castronerie che ci vengono generosamente ammannite ogni volta che il Romano Pontefice si trova a 30.000 piedi d'altezza.

Altro che prete di campagna, qui ci troviamo davanti a un fenomeno classico, la sudamericana incomprensiore per la storia europea. Che ne sanno i sudamericani, nati ieri, della storia piu' che millenaria del conflitto tra l'Europa cristiana e l'Islam? Che ne sanno di Poitiers, di Costantinopoli, di Lepanto, di Vienna? L'Europa col carico della sua storia, nel bene e nel male, e' lontana anni luce dal campo visivo di un sudamericano: il quale leggera' le vicende storiche e politiche del nostro continente in fin di vita, come se si parlasse di campesinos, di FARC, di indios, di pampa, gauchos e via cucarachando...

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maurizio guerrini • 8 ore fa

Trovo sempre più sterile, confuso e codardo cercare pretesti nelle parole di papa Francesco per un'azione di forza che non può più esserci perché dovrebbe venire dagli stessi poteri che, obbedendo alle medesime "forze del male", hanno aperto le porte dell'Europa all'immigrazione selvaggia ed alla inculturazione islamista.

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luca sorrentino • 8 ore fa

Contrordine compagni! Il nemico non è piú l'islam, ma il capitale; solo che se fino a Lepanto e oltre ci hanno fatto combattere contro l'islam che era il vero nemico qualche dubbio puó sorgere anche ora che quello che è indicato come il nemico sia un nemico del tempo e non assoluto. Vero è che per la Chiesa di tempo in tempo il nemico è stato l'impero, la Francia(ricordare lo schiaffo di Anagni) poi i riformati,poi i molinisti,i giansenisti, gli illuministi, i liberali, i comunisti e ogni volta ha fatto concordati col nemico di un tempo. I papi sono stati succubi delle famiglie romane, dei Francesi fino a trasferire la sede ad Avignone, poi la traslatio sedis è divenuta traslatio episcopi, è cominciato con PPIi, che aveva come nemico il comunismo e la cura per la sua

Polonia olra da Oriente a occidente Bergoglio si sposta sul nemico della teologia della liberazione, che è il capitale, con gli islamici puó esservi tregua...e i cattolici? Dietro quale bandiera devono correre? quella del Vaticano o dietro il vexillum regis, che è la croce, che i musulmani fanno a gara per abbattere?

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Moreno Lupi  luca sorrentino • 5 ore fa

Caro Luca - Per sopravvivere nel tempo dei secoli c'è un solo metodo: "Piegati giunco che passa la piena". Se le radici reggono, il metodo è infallibile. Certo se noi stessi ci mettiamo a danneggiarle, anche il metodo s'inceppa.

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Maria • 10 ore fa

auguro di tutto cuore ai cattolici di prendere una saggia decisione data la grave situazione in cui cin error ci troviamo.Riflessioni sulla storia passata del cristianesimo e soprattutto considerare il crescente anti-giudaismo contro noi ebrei. Grazie per l attenzione. Maria

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Giovanni Attinà • 10 ore fa

Il problema non è di essere contro Papa Francesco ma di trovare soluzione, in presenza di un dialogo interreligioso, al problema tragico dell'estremismo musulmano che fa stragi di innocenti e della mancata tolleranza nel mondo musulmano integralista verso i cristiani. In questa direzione urge che i vari Imam, autorità religiose superiori, docenti di islamismo , governanti, alzino la voce ogni giorno dicendo che le scelte religiose degli individui sono libere e magari , in prospettiva, iniziare il comportamento reciproco di tolleranza religiosa, in Stati come Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi, Pakistan, Indonesia, Iran, etc , etc. Se questo non viene fatto, bisogna denunciarlo e prendere atto dell' l'odio contro i cristiani, agendo di conseguenza, senza porgere l'altra guancia e subire.

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Iginio  Giovanni Attinà • 4 ore fa

Io temo che il problema sia anche un altro, ovvero: l'Europa deve diventare (sia pur pacificamente) terra islamica? La risposta dei sinistrorsi è sì, perché credono (illudendosi) che così si formerà un nuovo proletariato che voterà per loro e farà la rivoluzione. La risposta degli europei per secoli è stata: no. Ma tanto oggi a chi importa dei nostri antenati? C'è il Cammino Irreversibile del Progresso, no?

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