Il '68 ha espugnato anche il Vaticano

Cinquant'anni fa, nelle università americane, prendeva il via un movimento di contestazione che in breve tempo si sarebbe esteso a tutto il mondo occidentale

 di Marino Longoni , 8.11.2017 da www.italiaoggi.it

Cinquant'anni fa, nelle università americane, prendeva il via un movimento di contestazione che in breve tempo si sarebbe esteso a tutto il mondo occidentale. Catalizzatore della protesta fu inizialmente soprattutto la guerra in Vietnam: una generazione di giovani (quella dei baby boomers) si rifiutava di abbandonare gli studi, gli amici, la casa, per andare a combattere e magari a morire in un paese di cui fino a poco tempo prima ignoravano l'esistenza. La contestazione diventerà, in breve tempo, un movimento che cambierà il mondo occidentale. Si crea una frattura tra la generazione nata prima della seconda guerra mondiale e quella nata dopo: i figli di una società opulenta come nessun altra è mai stata prima, mettono sotto accusa le strutture, le gerarchie, le regole di una società che a loro sembra antiquata, ipocrita, chiusa: la cultura autoritaria e repressiva che ha scatenato le ultime due terribili guerre mondiali, che si mantiene in equilibrio con la guerra fredda, e ora li chiama a combattere in Vietnam.

I movimenti pacifisti e di liberazione della donna diventano di massa. La libertà sessuale diviene una bandiera che travolge, in pochi anni, convinzioni e consuetudini secolari. Le parole d'ordine sono pace, amore, libertà, ribellione, rivoluzione. L'obbedienza non è più una virtù, scriverà in quegli anni don Milani.

In Italia, la ventata della contestazione arriverà nel '68 e, almeno all'inizio, sarà cavalcata soprattutto dal partito comunista: si manifesterà come esasperazione della lotta sindacale e politica. Ma poi anche qui la matrice libertaria e antiautoritaria diventerà prevalente. La Chiesa cattolica, nonostante il tentativo di aggiornamento fatto con il Concilio Vaticano II, viene presa in contropiede e si trova per decenni a combattere sul fronte della difesa della tradizione: dovrà remare controcorrente, con il rischio di essere spazzata via dai frutti avvelenati della contestazione: individualismo, nichilismo, relativismo, laicismo.

Papa Francesco è il primo pontefice che, di fronte a questa cultura sempre più intrisa di anticristianesimo, sembra non voler chiudere le porte della Chiesa, ma spalancarle. Cavalcare l'onda e non farsi travolgere. Di fatto, dopo mezzo secolo, il vento del '68 ha espugnato anche il Vaticano.

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