Papa Francesco tra parole e omissioni

1-Il caso della letterina di Benedetto XVI tagliuzzata dal Vaticano e la malafede di certi vaticanisti-2-Il fallimentare quinquennio bergogliano

1-di La Gran Sottana 15 Marzo 2018 alle 15:58 www.ilfoglio.it

1-Sembra lo vogliano fare apposta: tanto zelanti che finiscono per combinare pasticci, fino al punto da censurare le parole di un Papa, l’emerito Ratzinger. “Ma insomma, ma dove siamo arrivati?”, mi – e si – domanda il cardinale curiale davanti all’ultima news dal Vaticano, con la letterina di complimenti a Francesco da parte del predecessore tagliuzzata sì da evitare la diffusione dell’ultimo paragrafo, ove il vecchio Papa diceva che è spiacente ma che non intende né leggere gli undici libretti sulla teologia bergogliana né scrivere alcunché in merito, visto che ha altro da fare. “Un’operazione maldestra in cui si voleva usare il Santo Padre Benedetto per dare a Francesco una caratura di grande teologo che non ha e che non ha mai neppure cercato, visto che non gli interessa apparire come il maestro sapiente. Sa cos’è”, aggiunge il porporato sorbendo il caffè portatogli dalla pia e sorridente suora alla quale chiedo subito se si senta sfruttata e sottopagata, come da inchiesta dell’Osservatore Romano (la risposta è “no”, ovviamente): qualcuno dovrebbe spiegarmi perché i giornalisti che seguono le questioni di chiesa e che hanno ascoltato la lettura integrale del testo del Papa emerito hanno deliberatamente scelto di tagliarne l’ultima parte. Perché?”. Non lo so, rispondo suggerendogli di porre la domanda a qualche giornalista, a uno competente del settore e non a me. “Glielo dico io cos’è: questa è malafede. Punto e basta”, replica il cardinale ordinando un altro caffè.

2-Il fallimentare quinquennio bergogliano

Il Papa che voleva riconquistare il mondo con mezzi secolaristi e un linguaggio sprezzante verso la tradizione cattolica si è trovato in una impasse evidente. Il pasticcio sul testo di B-XVI è solo il sigillo finale

di Giuliano Ferrara 15 Marzo 2018 alle 06:www.ilfoglio.it

A cinque anni dall’elezione il bilancio del pontificato di Bergoglio è negativo. Sembrava si fosse volatilizzata la fatale campagna sulle responsabilità del clero e dell’episcopato nei casi di pedofilia e di abuso, invece si è rinfocolata, come dimostrano tra gli altri il caso cileno e quello australiano, dove il numero due o tre del Vaticano, chiamato da Francesco a sorvegliare e riformare le finanze, è costretto a difendersi, sospeso dalle sue funzioni. Gli strumenti approntati per fronteggiare la crisi sono...-

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