Presunto colpevole

Carriere rovinate, vite distrutte, famiglie annientate. Ho deciso di passare all'attacco contro il “rito della giustizia mediatica”

di Roberto Maroni 20 Settembre 2018 alle 06:12 www.ilfoglio.it

Nel diritto penale l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. E’ un principio di civiltà giuridica, consacrato dalla nostra Costituzione all’articolo 27. Bene. Peccato che in questa Italia del secolo nuovo succeda (spesso) l’esatto contrario: si parte con la presunzione di colpevolezza, la sentenza di condanna (mediatica) arriva subito, talvolta precede persino l’informazione all’interessato di essere sottoposto a indagine. E poi recuperare è quasi impossibile.

Non c’entri nulla con le accuse che un pm in cerca di notorietà ha inventato contro di te? #chissenefrega. Sei assolto dopo vari anni di processi inutili e costosi? #chissenefrega. Carriere rovinate, vite distrutte, famiglie annientate? #chissenefraga. Beh, io ho deciso che a me frega, eccome. È capitato anche a me, di recente, di subire un processo assurdo, basato sul nulla, con accuse ridicole. Ho le spalle larghe e la pressione bassa, me la sono cavata e sono più forte di prima. E ho deciso di passare all’attacco. Questo “rito della giustizia mediatica” con i valori al contrario è molto milanese. Nato con Mani Pulite ha fatto tante vittime, illustri e anonime, e danni rilevanti al sistema economico. Tanti processi, grande risalto mediatico, pochissime condanne definitive. Il RITO AMBROSIANO è un sistema di successo, con valori etici e fini nobili. Tranne che per la giustizia, che è proprio il contrario. Manca il coraggio di parlar chiaro? Io lo farò, in un libro che uscirà a novembre. Stay tuned.

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