Lettere al Direttore Il Foglio 13.5.2016

Caro Grillo: a fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro che ti epura. Diritti civili referendum abrogrativo o propositivo?

1-Al direttore - Aperta la scatoletta. Il tonno: “Atto dovuto”.

Giuseppe De Filippi

2-Al direttore - Due giorni fa lei rispondeva alla lettera con la quale motivavo il mio voto contrario alla legge sulle unioni civili con un quesito tipicamente fogliante: “E cosa aspettate a raccogliere le firme per organizzare un referendum, caro Palmieri?”. Detto fatto. Ieri mattina con Malan, Squeri e Gasparri, Quagliariello e Giovanardi, Centinaio e Molteni, Rampelli, Bruni e Tarquinio, Pagano, Sacconi e altri parlamentari abbiamo presentato alla Camera il comitato che presenterà il quesito per il referendum abrogativo della prima parte della legge sulle unioni civili, quella che le rendono un matrimonio sotto falso nome, che pertanto apre alle adozioni gay. Il comitato – presieduto da Eugenia Roccella – è aperto ad altri parlamentari e a tutte le associazioni, a partire dal comitato Difendiamo la famiglia. Ora attendiamo la promulgazione della legge per depositare il quesito. A questo punto la domanda tocca a me: il Foglio sarà con noi per sostenere la raccolta firme? Cordiali saluti foglianti.

Antonio Palmieri, deputato Forza Italia

Il Foglio, caro Palmieri, vi assisterà nella battaglia e vi darà spazio con piacere anche per offrire ai lettori argomenti non uniformi al pensiero unico genderista. Ma un referendum abrogativo, come ha ricordato ieri Giuliano Ferrara, non ci convince. Non per questioni di merito ma per questioni di metodo. Ed essendo esposto a sorprese, al contrario del referendum propositivo che questo giornale sponsorizzava, potrebbe spianare la strada a una legge persino peggiore, modello spagnolo, modello irlandese, rispetto a questa legge, già di suo molto pasticciata. In bocca al lupo.

3-Al direttore - A cosa puntasse la chiesa italiana con quella lamentazione sul voto di fiducia sul ddl Cirinnà (im)posto dal governo anche alla Camera, probabilmente è una di quelle cose che si capiranno meglio dopo la Parusia. Una lamentazione non solo arrivata fuori tempo massimo, posto che la partita vera si giocava al Senato, ma che soprattutto ha posto un problema di forma quando invece la questione vera è sempre, e solo, stata di sostanza. E da questo punto di vista la scelta qualche mese fa, in vista del passaggio al Senato, di non ingerenza, anzi di non parlare proprio “per rispetto del Parlamento e delle istituzioni”, rafforza il sospetto che per la chiesa italiana le unioni same-sex epurate della stepchild fossero un punto d’arrivo tutto sommato accettabile. E questo nonostante una buona fetta del laicato cattolico (e non) le unioni civili omosessuali le avesse invece sonoramente bocciate senza se e senza ma nel catino del Circo Massimo. Il che, anche e soprattutto in prospettiva, ripropone la non banale questione su cosa significhi per la chiesa italiana , ammesso (e non concesso) che il termine abbia ancora diritto di cittadinanza in primis intra moenia, dire qualcosa di cattolico.

Luca Del Pozzo

4-Al direttore - Pizzarotti indagato per abuso d’ufficio. Va bene il garantismo, ma se continua così i 5 stelle ci costano più di manette che di stipendi.

Jori Diego Cherubini

Sostiene Luigi Di Maio, in un tweet del 25 febbraio 2016 a commento di un avviso di garanzia ricevuto da Alfano, che, testuale, chi è indagato per abuso d’ufficio deve dimettersi cinque minuti dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia. Ieri pomeriggio, comprensibilmente, Luigi Di Maio, l’Alfano dei 5 stelle, a lungo, fino a tarda sera, non ha twittato sul caso Pizzarotti. I garantisti a 5 stelle sono uno spettacolo degno di un tour di Beppe Grillo. E proprio mentre pensavamo che la comicità di Di Maio fosse insuperabile, oplà, ecco Virginia Raggi, candidata del Movimento 5 manganelli a Roma, che sul caso Pizzarotti, a caldo, la mette così: “Contro di noi gli avvisi di garanzia sono usati come manganelli”. Cabaret puro. D’altronde, come diceva Pietro Nenni, “A fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro che ti epura”.

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