Lettere al Direttore Il Foglio 3.6.2016

In Italia si vota contro o si vota a favore? Benigni, Travaglio, Renzi e il Cav. - L’arte sfida il terrorismo: a Molenbeek apre il “Mima”. Anagramma di Imam. I belgi non si smentiscono, ohibò

1-Al direttore - Benigni contro l’Anpi, la vita è bella.

Giuseppe De Filippi

2-Al direttore - Un capolavoro, davvero, l’intervista di Repubblica a Roberto Benigni per il 2 giugno. Il magnifico vecchio azionista di Dronero, direttore emerito, che fa dire al comico magnificamente invecchiato, berlingueriano emerito – e a suo tempo candidato al Quirinale dal Fondatore stesso – che al referendum voterà sì. Bravo Calabresi. Però sia permessa la piccola considerazione di un impolitico. Se la serissima partita referendaria, impostata e giocata come fosse, fra tanto altro, anche l’“uno contro tutti” di un lontano “Maurizio Costanzo Show” (è plausibile o no, dal palco del Parioli, la sfida di un Matteo Renzi stile Carmelo Bene  a una platea che passando per il supremo giudice emerito Zagrebelsky va da CasaPound all’Anpi?), finisce in ottobre con la vittoria del No, vince la platea multiforme, multicolore, chiassosa. Vincono i tutti, d’accordo. Ma se invece la partita referendaria e la trasmissione, dopo lo stacchetto musicale, terminano con la possibile (chiedere in giro) vittoria del Sì, il piatto è tutto di Renzi, e pure di Boschi. E i tutti? Asfaltati, nel linguaggio dell’attuale narrazione politica. Ecco l’impolitica considerazione, dunque: che senso ha per certi leader – per altri ce l’ha, eccome   giocare nella squadra del Tutti per il No? A meno che non siano in corso trattative per la cessione della loro stessa squadra. Magari, un giorno, forse, chissà – come per le milanesi – ai cinesi.

Luca Rigoni

Vince il sì. E vincerà il sì per le stesse ragioni per cui negli ultimi vent’anni ha trionfato Berlusconi: l’Italia non è un paese che ama votare contro qualcosa ma è un paese che nei momenti importanti decide sempre di votare a favore di qualcuno. A proposito di Benigni. Il Foglio ha scritto con anticipo (19 maggio) che nonostante il suo mezzo no sarebbe stato della partita referendaria. Travaglio ironizzò il giorno dopo dicendo impossibile, che sciocchezze, ma che assurdità (“Benigni ha detto no, ma ora Cerasa ci parla lui”). Il Fatto non sussiste. Smack.

3-Al direttore - Caro presidente Renzi, misconoscere il suo operato è da cretini e ha fatto più della mia parte politica in un decennio di potere. L’Italia ha un problema enorme: la costante emergenza. Per cui riforme che dovevano essere fatte vent’anni fa si fanno ora. Nel frattempo altre emergenze e gravissime si affacciano alla ribalta. Se lei avesse letto i commenti (inutili) che la gente comune scrive, per esempio sul Foglio, non direbbe “ci vuole un tetto”, per i clandestini. Con le informazioni che aveva, e che non era difficile per nessuno ottenere anche stando seduto sul divano di casa, doveva agire due anni fa, cioè mezzo milione di clandestini fa. Non m’importa nulla dei professionisti del disastro, basta osservare i cambiamenti nella città dove vivo. Lei sa benissimo che il costo del loro mantenimento toglie non pochi quattrini al Welfare. Sono miliardi tolti non a me, ma a quelli più bisognosi di noi. Non entro, perché tema conosciuto e divisivo (ancora per poco) sul significato culturale e cultuale nell’accogliere masse di musulmani. Non le perdonerò mai l’abolizione del reato di clandestinità perché ha reso il Belpaese “res nullius”. Oggi è il due giugno Festa della Repubblica. Quale? Quella fantasiosa di Galantino? Riconosco che ha del talento ma lei milita in un partito sbagliato e ha qualche idea troppo legata al Novecento che è alle spalle. Se vincerà il referendum, cosa che mi auguro, vada a elezioni. Si allei con noi, abbiamo bisogno, oggi come non mai, di persone di valore. Si collochi nel centro illuminato, che manca alla mia parte. Molli i migranti parlamentari votati da una parte e finiti in un’altra. Auguri.

Franco Bolsi

Serve un tetto. Serve un limite. Serve un confine. L’emergenza non c’è ma ci sarà e verrà percepita sempre di più se la politica darà l’impressione di adottare il metodo Galantino. I muri sono orrendi ma a volte servono.

4-Al direttore - L’arte sfida il terrorismo: a Molenbeek apre il “Mima”. Anagramma di Imam. I belgi non si smentiscono, ohibò.

Roberto Bellia

Al direttore - Sono un anziano lettore del suo giornale e più ancora un elettore di Forza Italia della prima ora. Che pena vedere le macerie di un sogno reale durato venti anni, sopra un volto segnato dal tempo ma più ancora dalla insincerità, di un ex leader perseguitato dal proprio fantasma! Che si abbia l’onestà di chiudere con questa politicuzza contrabbandata per difesa coerente dei propri valori. Mi sono impegnato in politica in FI per dieci anni e mi duole assistere alla pantomima televisiva di un vecchio signore che mi dice che ha scherzato: non è vero che non avrebbe mai venduto il Milan. Cordialmente.          

Massimo Capacciola

Non esageriamo. Vedrà che tra qualche mese Berlusconi ci darà soddisfazione e  dimostrerà che il suo no al referendum è vero ma non va preso troppo sul serio.

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