Lettere al Direttore Il Foglio 12.7.2016

Domandine per Di Maio e soci su Israele, per smetterla con il cabaret. Le prese di posizione e i commenti dei media e delle istituzioni sulla tragica morte del nigeriano a Fermo

1-Al direttore - La Ue: diritti e doveri anche per i robot. E in caso di elezione 150 mila euro di multa a quelli che non rispettano il programma.

Giuseppe De Filippi

2-Al direttore - Capisco le semplificazioni giornalistiche, ma non me le aspetto da voi e tantomeno dall’elefantino. Non esiste e non è mai esistito uno studio Previti-Sammarco e l’accostamento del mio studio al neo sindaco di Roma è una forzatura che sconfina nella falsità: non ho alcun rapporto con la Raggi da oltre dieci anni e non sono né un suo elettore né tantomeno un simpatizzante del movimento politico con il quale è stata eletta. Non potrei mai, dato che per me il garantismo è sacro e non lo considero un gargarismo.

Avv. Stefano Previti

3-Al direttore - Sarebbe interessante sapere dall’onorevole Di Maio se, nel malaugurato caso di una sua presidenza del Consiglio, oltre all’annunciato riconoscimento dello Stato palestinese, intenderebbe chiedere ai palestinesi anche il riconoscimento di Israele. Così, tanto per toglierci la curiosità.

Paola Ceva

Possono fare tutti i viaggi che vogliono in Israele, i compagni grillini, e possono far finta, da comici collaudati quali sono, che loro sì che sono amici di Israele, altroché. Possono continuare con questa sceneggiata oppure i Di Maio e Associati possono rispondere semplicemente ad alcune domande facili. Tipo: i signori che si fanno saltare in aria per uccidere israeliani ed ebrei fanno parte della categoria terrorismo o fanno parte della categoria resistenza? E’ disposto a dire che difendere la libertà di Israele significa difendere la libertà dell’occidente? E’ disposto a riconoscere, caro Di Maio, che il terrorismo che colpisce Israele non è soltanto un attacco a Israele ma è un attacco al simbolo di uno stile di vita libero e democratico? E’ disposto a impegnarsi a boicottare chiunque boicotti Israele? E’ disposto a dire che Israele ha diritto a difendersi dal terrorismo? E’ disposto a riconoscere che in Europa c’è un antisemitismo travestito da antisionismo che minaccia il diritto di un ebreo a manifestare in ogni luogo i simboli del suo credo? Tutto il resto è cabaret. Con vivissima cordialità.

4-Al direttore - Le prese di posizione e i commenti dei media e delle istituzioni sulla tragica morte del nigeriano a Fermo – vicenda, peraltro, ancora tutta da chiarire – potrebbero considerarsi una decisa conferma delle tesi del filosofo Vandeville (La favola delle api) sulla morale. In particolare se è vero, come riportato dai mezzi di informazione, che la Boldrini avrebbe evocato una nuova “resistenza” contro il razzismo, si avrebbe l’esempio plastico di come le classi dominanti manipolano, per poterle controllare, le menti dei cittadini. Creano modelli e miti (resistenza, appunto, omofobia, onestà, trasparenza. Dal lato opposto, razza ariana, status sociale, ricchezza da ostentare) sui quali cercano di ottenere il coinvolgimento e la condivisione degli individui attraverso l’adulazione, nel senso che solo coloro che riconoscono valore e si identificano con certi princìpi e/o comportamenti vengono considerate persone stimabili, intelligenti e razionali, mentre tutti gli altri, scettici o indifferenti, vengono classificati poco al di sopra del mondo animale, governati solo da istinti e passioni. Chi sceglie i modelli cui ispirarsi è, però, il problema dei problemi. Di sicuro si può dire che il sistema dell’adulazione è la fonte fondamentale del conformismo e dell’omologazione sui quali si mantengono al potere le élite mondiali (e nostrane).

Enrico Venturoli

5-Al direttore - Ho seguito via radio con alcuni amici elettori del Pd la discussione svoltasi nel corso della direzione del partito. Siamo stati molto colpiti dalla reazione, a nostro avviso inopportuna se non pretestuosa, all’intervento del governatore della Campania Vincenzo De Luca da parte del compagno Cuperlo, al quale si sono uniti poi altri, a partire dallo stesso segretario. In particolare, ci riferiamo alla definizione che il politico campano ha dato della sindaca Virginia Raggi paragonandola, e non senza una forma di paterna tenerezza, a una bambolina imbambolata posta di fronte all’enorme complessità dei problemi ereditati dalle precedenti amministrazioni della capitale. Da qui lo “scandalo” di cui si è fatto interprete la replica, a dir poco rabbiosa, del “compagno” Cuperlo che ha stigmatizzato la mancanza di rispetto, espressa nelle parole di De Luca, nei confronti della Raggi, sia come sindaca plebiscitariamente eletta, sia come donna, sia come avversaria politica. L’“intellettuale austro-ungarico”, ci è sembrato di capire, pur di osteggiare un politico del sud dai larghi consensi e di antica tradizione di sinistra, ha preferito fare tabula rasa della valanga di insulti con la quale i suoi compagni, senza moniti provenienti dall’interno del partito, per un intero ventennio hanno sommerso i loro avversari politici, per altro infruttuosamente, considerata la conclusiva sconfitta del buon Bersani. Far seguire a una battuta lievemente ironica, che al limite può anche non piacere a chi ha “gusti raffinati”, un tam tam di polemiche inutili, dalla vasta risonanza, ci è sembrato quanto di più lontano possa esserci dalla libertà di espressione e da un confronto democratico di alto livello politico.

Antonio De Falco

6-Al direttore - Mi faccia capire: se il quesito referendario spacchettato numero uno sull’abolizione del bicameralismo perfetto passerà e, viceversa, il numero due su come il Senato sarà composto ed eletto sarà bocciato, come se ne uscirà? Non le pare che si stia cercando di complicare in modo imbarazzante una questione che finalmente per la nostra storia politica, era semplice e chiara a tutti?

Pantaleone Cacciapuoti de Onofris

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