Mentre su Mps continuano le manovre intorno alla poltrona di Viola,

Berlusconi preme sul capo di Mediolanum affinché spinga Mediobanca ad arginare Bollorè. L’estate sta finendo, cantavano i Righeira. Eccovi un altro paio di rumor, di stampo bancario.

di Occhio di lince | 31 Agosto 2016 Lettera43

Ma lo sciocchezzaio italico non ha fine, neppure scalfito dalle drammatiche notizie del terremoto.

Eccovi un altro paio di rumor, di stampo bancario.

Mps: Turicchi e Pagani hanno messo gli occhi sulla poltrona di Viola

Il vostro Occhio (di Lince) vi aveva promesso che sarebbe tornato sul vero tormentone dell’estate, la (molto presunta) defenestrazione di Fabrizio Viola dalla tolda di comando del Montepaschi.

Eventualità alimentata solo dai giornali, o meglio da qualcuno che, inconsapevolmente o meno, si è fatto megafono di chi ha mire senesi.

Qualcuno anche maldestramente, visto che La Stampa se ne esce con uno scoop fantastico: Antonino Turicchi, capo delle privatizzazioni al Tesoro, starebbe brigando per entrare nel consiglio di amministrazione del Paschi.

Peccato che Turicchi in quel cda ci sia già!

PASSERA NON SI DÀ PACE. Ma chi fa il suggeritore? Dei sospetti su Corrado Passera abbiamo già detto, ed è fin troppo evidente il movente.

Non gli è andata giù - pur essendo arrivato fuori tempo massimo, come ha detto bene l’ex presidente Alessandro Profumo - di essere stato tagliato fuori, nella sua veste di ri-neo-banchiere, dalla partita in corso per la definitiva sistemazione di Mps.

STRANI GIOCHI DI FALCIAI. Ma c’è dell’altro. Qualcuno sostiene che un importante azionista privato, Alessandro Falciai, faccia giochi strani nonostante che ad Andrea Greco de la Repubblica - uno dei più attivi a occuparsi di Siena - all’inizio di agosto avesse dato alla domanda «crede che la dirigenza Mps possa chiedere soldi ai soci, per la terza volta in tre anni?» una inamidata ma pur sempre eloquente risposta: «Visto come si è comportato il management in questi anni così difficili e i risultati imponenti portati tramite un netto taglio dei costi e la salvaguardia di ricavi e commissioni, rispondo di sì». Altri sostengono – ma sarebbe meglio dire sperano – che JP Morgan, e quindi l’ex ministro Vittorio Grilli che ora ne è a capo in Europa, vogliano portare al posto di Viola l’attuale amministratore delegato di Cariparma Giampiero Maioli, che già aveva brigato per andare a Genova quando i Malacalza avevano fatto fuori tutto il vertice di Carige.

UNA POLTRONA PER DUE. Ma è a Roma più che a Siena, si dice, che ci sarebbero almeno altri due signori ad aver messo gli occhi sulla poltrona (peraltro scomoda) del banchiere che finora ha salvato il Monte dei Paschi dalla catastrofe creata dai suoi predecessori.

Uno è appunto Turicchi. Il quale, cara Stampa, non mira al consiglio dove già siede, ma alla posizione di amministratore delegato.

Mentre un altro ad avere la stessa mira, secondo ciò che si dice nei dintorni di Palazzo Chigi, sarebbe Fabrizio Pagani, anche lui al Tesoro come capo della segreteria tecnica del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan (che notoriamente sulla vicenda senese ha assunto posizioni distinte e distanti da quelli di Matteo Renzi), e uomo da sempre vicino (ancora oggi) a Enrico Letta.

CAMBIARE ORA? CHE ERRORE. Ora qualcuno dice che i due dirigenti pubblici stiano manovrando in combutta, altri pensano invece che stiano facendo due partite diverse.

Ma governo (tutti), Bankitalia (in particolare il vice direttore generale Fabio Panetta) e la stessa Banca centrale europea (Bce) sanno che cambiare ora chi sta alla guida della banca, alla vigilia delle operazioni che dovranno metterla in sicurezza, sarebbe esiziale.

Doris schiacciato tra Mediaset e Vivendi: dove ti schieri, Ennio?

Da sinistra Silvio Berlusconi, Ennio Doris e Vincent Bolloré.

(© GettyImages) Da sinistra Silvio Berlusconi, Ennio Doris e Vincent Bolloré.

Prima la barca, poi Cortina.

Sempre con l’intera famiglia al seguito.

L’estate di Ennio Doris fila liscia come sempre, ma solo apparentemente.

Stavolta ci sono un paio di pensieri che non hanno reso sereno il riposo del padrone di Mediolanum: la partecipazione in Atlante e la vicenda Mediaset Premium.

DIECI MILIONI DA SCUCIRE. La prima questione è relativamente di poco conto: Doris deve decidere se mettere mano al portafoglio e spendere 10 milioni per sostenere il secondo fondo promosso dalla la sgr Quaestio, come aveva promesso al Tesoro (che segue con apprensione la raccolta fatta da Alessandro Penati perché sa che è finalizzata alla sistemazione di Mps).

La cosa gli procura prurito, ma alla fine sarà costretto a fare il signore.

Ciò che invece lo angustia è lo scontro Bollorè-Berlusconi, che lo mette in mezzo, come azionista di Mediobanca e dunque collega di Vincent Bollorè, da un lato, e come socio storico di Silvio Berlusconi, seppure non in Mediaset, dall’altro.

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