ANDREA'S VERSION. Craxi

Sul palco del Teatro Carcano, un processo politico postumo a Bettino Craxi

di Andrea Marcenaro | 26 Ottobre 2016 ore 05:03

 “Incontri con la Storia. Colpevole o innocente?”. E’ andato in scena l’altroieri sera, al Carcano di Milano, un processo politico postumo a Bettino Craxi. Teatro pieno. Un’ora e mezza la durata del dibattimento. Processo eminentemente politico, dato che: “Nel bene e nel male, Craxi ha fatto la storia d’Italia. Non giudicheremo quindi le sue condotte penali, che sono già state giudicate nelle aule di giustizia, ma la sua storia politica”. Bon. Premettiamo le conclusioni: l’imputato è stato condannato. Lasciamo perdere le imputazioni: facevano ridere. Come avvocato difensore è intervenuto Claudio Martelli. Andrea Romano, oggi condirettore dell’Unità, vestiva i panni del Cinghialone. Testi a discarico: Bobo Craxi, Melania Rizzoli e Annalisa Chirico. A carico: Piero Colaprico, giornalista di Repubblica, con Maxia Zandonai, Rai. Pubblico accusatore, il dottor Gino Castone, vero magistrato, capo della procura di Milano presso il tribunale dei minori. Presidente della giuria, il dottor Fabio Roia, vero magistrato, presidente di sezione del Tribunale di Milano. Dove, queste ultime due notiziole, a qualche seriosa considerazione potrebbero prestarsi. Dopodiché: si può essere d’accordo o in disaccordo, con la sentenza del Carcano. E perfino considerarla pagliacciesca, coi magistrati, veri, lasciati a guidare il giudizio sulla politica. Ma una prateria è stata aperta: alzi la mano, d’ora in poi, chi potrà negare che i parenti della vittima (e buon peso gli amici fru-fru), talvolta, possano essere giudicati delle perfette teste di cazzo.

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