LIST. Il problema non è Trump, ma chi ha governato prima di lui

Washington volta pagina: è l’alba dei Miserabili. La crisi del 2008 e il cortocircuito che Obama ha riparato con la finanza e la crescita hi-tech, una ripresa con poco lavoro e crescente delocalizzazione

Questa vignetta riassume il clima tra gli oppositori di Trump:

di Mario Sechi 22 Gennaio 2017 alle 11:49 Foglio

Trump Day. E alla fine arrivò il giorno. Quel giorno. Trump alla Casa Bianca. E’ il momento in cui tutto quello che è stato detto, letto, consumato nel take away del rancore svanisce. Puf! Quel giorno. The Donald nello Studio Ovale. Ieri abbiamo avuto un prequel serale del nuovo presidente americano: Make America Great Again al Lincoln Memorial, un bellissimo spettacolo, celebrity-free, il concerto che alterna la musica della patria, suonata dalle bande musicali militari, il country di Toby Keith e le videostar di YouTube, senza aspirazioni pedagogiche di massa e retorica in progress.

Fuochi d’artificio finali stupendi e domani (oggi) è un altro giorno, Washington volta pagina: è l’alba dei Miserabili.

Il Wall Street Journal sintetizza così la giornata che sta per cominciare:

E’ il sommario a fare la differenza, suggerire la lettura e l’analisi: “Culmination of a decadelong political uprising”. Dieci anni. Tutto parte dalla crisi finanziaria del 2008, il cortocircuito che Obama ha riparato con la finanza e la crescita hi-tech (con la cassa all’estero), una ripresa con poco lavoro e crescente delocalizzazione con una bandiera che sventola sul suolo americano: quella della Cina. Negare a oltranza il problema – negli Stati Uniti e in Europa – ha condotto inevitabilmente al sottosopra politico. Nota sul taccuino del titolare di List: “Non hanno imparano mai”. Sì, perché in queste ore continua il giochino del non c’è niente di meglio di quello che c’è. Che errore, un consiglio gratis: leggere questa ricerca pubblicata dal National Bureau of Economics, intitolata “The Fading American Dream: Trends in Absolute Income Mobility Since 1940”. La fine del sogno americano, questa è la conclusione: “La frazione di figli che guadagnano più dei loro genitori è scesa da circa il 90 per cento per i nati nel 1940 a circa il 50 per cento per i nuovi nati che entrano nel mercato del lavoro di oggi. La mobilità del reddito assoluto riguarda tutta la distribuzione del reddito, il calo maggiore è nelle famiglie della classe media”. E ancora: “Gran parte del declino nella mobilità assoluta è causato dalla ineguale distribuzione della crescita economica negli ultimi decenni e non dal rallentamento del tasso di produzione. In questo senso, l'aumento della disuguaglianza e la diminuzione della mobilità assoluta sono strettamente legate”. Il problema diventa ancora più incandescente nelle zone dell’America esposte all’import accelerato della Cina. La conseguenza – esistono altri studi molto precisi sul tema – è la rivoluzione nei collegi elettorali. Così sono nati i Miserabili. E tanti saluti. Il problema non è Trump, che ancora deve fare il suo corso, ma chi ha governato prima di lui.

Democratici e mainstream media. Sono ancora nella fase dell’elaborazione del lutto, ci rimarranno forse per sempre, viste le argomentazioni in campo contro Trump. Vedere la Cnn è molto istruttivo, offre la cifra stilistica della faccenda. Ieri Wolf Blitzer nel suo programma The Situation Room è riuscito nell’impresa di mandare in onda un servizio che si chiedeva chi sarebbe salito al comando nel caso che oggi Trump e Pence spariscano, cioè vengano ammazzati. Il titolo “gentile” del servizio è usa la formula “inaugural disaster”. Disaster? Un’alluvione su Washington? Trump e Pence scivolano dal marciapiede e si spezzano in contemporanea l’osso del collo? The Donald fa indigestione di Big Mac e schiatta? Pence ingerisce dieci burritos e crepa nel contorcimento di budella post-inaugurale? Gli squali trash del film Sharknado balzano fuori dal Potomac al grido di Hillary for President e divorano tutti? “Inaugural disaster” è il gioco distopico con il cecchino della memoria americana. Giornalismo? Imbarazzante.

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