La borghesia, De Bortoli, il grillismo. Ci sarà neutralità, sì o no? Il Papa e il ratzingeriano
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Le lettere al direttore Claudio Cerasa del 24 novembre
24 Novembre 2017 alle 06:00 da www.ilfoglio.it
1-Al direttore - Insomma in Sicilia più che voto era whistleblowing.
Giuseppe De Filippi
2-Al direttore - Il Papa ieri ha insistito nella sua omelia in Santa Marta, sempre sulla scorta biblica del libro Maccabei, contro la colonizzazione culturale, il ripartire dallo zero dei criteri di interpretazione della realtà, la cancellazione della memoria. Una guerra culturale alla colonizzazione ideologica possibile a suo dire per il coraggio e la resistenza delle madri, delle donne, più forti degli uomini. Francesco ha ristabilito per la seconda volta in tre giorni un nesso critico ratzingeriano e giovanpaolino tra storia biblica e tempi moderni, insomma è stato felicemente oscurantista, dopo la tirata dell’altro ieri qui segnalata, in particolare sull’aborto, e inimicissimo si è mostrato al politicamente corretto iperilluminista che dilaga nel mondo. E se gli altri giornali se ne accorgessero? Saluti cordiali.
Giuliano Ferrara
3-Al direttore - Quelli che si stracciano le vesti ogni due per tre inarcando sopracciglia e puntando ditini contro i cosiddetti “impresentabili”, gli stessi per capirci che stanno sbertucciando Eugenio Scalfari per aver detto una cosa di semplice buon senso e realismo politico, ossia che tra Grillo e Berlusconi voterebbe Berlusconi, prima di (s)parlare farebbero bene a riflettere e meditare a lungo su un fatto: il fatto cioè che c’è una differenza abissale tra un comune sciolto per mafia e un bambino sciolto (nell’acido) dalla mafia. Prima lo capiscono e meglio sarà per tutti. In primis per onorare col dovuto rispetto la memoria di chi della mafia, quella vera, è stato vittima sul serio. Il resto sono chiacchiere e distintivo. A meno che qualcuno di lorsignori non creda sul serio che nel pubblico dovremmo comportarci diversamente da quanto accade nel privato, dove ad esempio dovendo scegliere se farci operare da un chirurgo bravissimo ma che si fa pagare in nero e uno onestissimo ma che è una schiappa, tutti – e dico tutti – sceglieremmo (scegliamo) il primo senza pensarci due volte. O sbaglio?
Luca Del Pozzo