L'idea del M5s di ristrutturare il debito inguaia Di Maio

La rassegna della stampa internazionale sui principali fatti che riguardano da vicino il nostro paese. Oggi articoli di Guardian, Financial Times, Sueddeutsche Zeitung, Times

12 Febbraio 2018 alle 08:59 www.ilfoglio.it

L'Italia vista dagli altri

“Noi e te”, un sindaco 5 Stelle a Marino

Berlino, 12 feb - (Agenzia Nova) - Carlo Colizza, 44 anni, è da due anni il sindaco di Marino, cittadina di 44 mila abitanti vicino Roma. Il suo partito è il Movimento 5 Stelle che dopo le elezioni parlamentari italiane del 4 marzo potrebbe diventare il più grande partito del Paese. Attualmente i sondaggi lo danno al 28 per cento delle preferenze. I 5 Stelle hanno un rapporto complicato con la stampa: secondo loro, infatti, i giornali apparterrebbero alle élite e non racconterebbero mai correttamente le storie. Questo soprattutto per la Casaleggio e associati, la società milanese che gestisce la piattaforma online Rousseau, la vetrina online del Movimento. Colizza è un avvocato e guadagna 120 mila euro all’anno. Come sindaco prende invece 2.200 euro al mese, ma lo fa per la comunità, sostiene. La vittoria dei 5 Stelle nel 2016 è stata dovuta allo scandalo sulla costruzione speculativa in un’area di 400 ettari in zona “Divino amore”. I Carabinieri arrestarono l’allora sindaco di Marino, esponente dello schieramento di centrodestra Forza Italia. La vittoria per i 5 Stelle fu facilissima, afferma Stefano Cortelletti, del settimanale “il Caffè” dei Castelli romani. Nessun movimento di protesta in Europa ha più successo e originalità. Per le elezioni locali a Marino si sono riunite persone che altrimenti probabilmente non si sarebbero mai incontrate nella loro vita. Solo la formula “noi e te” li ha uniti. Nessun modello di pensiero li ha uniti, nessuna cultura di partito li ha coniati. Quasi nessuno di loro ha avuto in precedenza alcuna esperienza politica. Si è quindi detto che non erano in grado di governare la città, non avevano idea di come funzionasse la macchina amministrativa. A Roma, ad esempio, dove i 5 Stelle hanno un sindaco da quasi due anni, le cose sono andate molto male. La città non è mai stata peggio governata che con Virginia Raggi: dilettantesca, casuale, una roulette. Marino è meno complicata. Carlo Colizza vuole introdurre il reddito di cittadinanza, come da programma del leader di partito Luigi Di Maio, temuto come prossimo presidente del Consiglio da mezzo mondo e da tutti i mercati.

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Meloni riporta l'estrema destra alle sue radici degli anni Trenta

Londra, 12 feb - (Agenzia Nova) - Il quotidiano economico britannico "The Financial Times" ieri domenica 11 febbraio ha pubblicato un reportage dedicato alla campagna elettorale della leader del partito italiano espressione dell'estrema destra Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni: una campagna, scrivono il corrispondente da Roma James Politi e l'inviato Davide Ghiglione a Latina, aperta ufficialmente proprio nella cittadina fondata dal regime fascista nel 1932. A sottolineare ulteriormente il ritorno alle radici dell'estrema destra italiana, nota il quotidiano britannico, nel comizio di domenica la Meloni ha voluto accanto a sé uno dei più significativi candidati del suo partito alle elezioni del 4 marzo prossimo: Rachele Mussolini, nipote del dittatore Benito Mussolini.

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Italia, il neo-fascismo e la problematica "terza via"

Londra, 12 feb - (Agenzia Nova) - Il quotidiano britannico "The Guardian" ieri domenica 11 febbraio ha pubblicato una lettera dell'economista Guy Standing a commento dell'allarme sull'ascesa del neo-fascismo in Italia lanciato dalle colonne dello stesso organo di stampa laburista venerdì scorso dalla giornalista palestinese naturalizzata italiana Rula Jebreal e rilanciato sempre ieri da un intervento di Roberto Saviano. Il professore Guy Standing nel suo intervento sostiene la tesi secondo cui il fenomeno che vede il risorgere dell'estrema destra nella Penisola sarebbe legato al fallimento della "terza via" incarnata dal "Tony Blair italiano", Matteo Renzi: autore del saggio "Il Precariato" e avvocato dell'introduzione del reddito di cittadinanza, il professor Standing afferma in particolare che la causa principale è la spinta verso una maggiore flessibilità della forza lavoro realizzata (in riferimento al Jobs Act di Renzi) senza il bilanciamento di una profonda riforma dell'ormai obsoleto stato sociale; questo, a suo parere, ha portato ad un allargamento dell'area del precariato, la più sensibile alle sirene del neo-fascismo. Esempi simili, secondo il professor Standing, sono rintracciabili nel New Labour appunto di Tony Blair, che in Gran Bretagna ha alimentato l'insicurezza sociale su cui sono cresciuti gli atavici riflessi isolazionisti del Partito per l'indipendenza del Regno Unito (Ukip) e della Brexit; e nelle politiche attuate negli Stati Uniti negli anni Novanta dal Partito democratico di Bill Clinton, il cui esito negativo è stato creare la base sociale che oggi sostiene "il male" rappresentato da Donald Trump. Il professor Standing ne conclude che ciò che resta dei vecchi partiti socialdemocratici dovrebbero guardarsi allo specchio, smetterla di rimpiangere le glorie del passato ed elaborare nuove idee politiche urgentemente necessarie per affrontare le sfide del futuro, che siano basate sulla comprensione del fenomeno del precariato e che facciano appello a quanti aborrono il neo-fascismo come soluzione ai mali della società odierna.

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Rivelati i legami della destra con il Cremlino

Londra, 12 feb - (Agenzia Nova) - Il leader della Lega, il partito italiano anti-immigrazione, è stato accusato di coltivare "pericolosi contatti" con il Cremlino e di riciclare personaggi screditati nel Sud dell'Italia: lo scrive oggi lunedì 12 febbraio il quotidiano britannico "The Times" riferendo le accuse rivolte dal settimanale italiano "L'espresso" al leader della Lega, Matteo Salvini. Quest'ultimo, secondo le accuse del settimanale rilanciate dal "Times" ha riempito le liste del suo partito al Sud di candidati opportunisti e legati al malaffare, oltre ad utilizzare persone legate al presidente russo Vladimir Putin per rimpinguare le esauste casse della Lega.

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I Cinquestelle vogliono spingere l'Ue a ristrutturare il debito pubblico

Londra, 12 feb - (Agenzia Nova) - Il principale esperto economico dell'anti-establishment Movimento 5 stelle (M5s) ha detto che l'Unione Europea dovrebbe iniziare a discutere della ristrutturazione del debito pubblico dei paesi membri, un'idea che rischia di innervosire gli investitori e mettere in evidenza le posizioni non ortodosse del partito che in questo momento è in testa ai sondaggi in vista delle elezioni del 4 marzo prossimo: lo scrive oggi lunedì 12 febbraio il quotidiano britannico "The Financial Times", in un articolo in cui il suo corrispondente da Roma, James Politi, riferisce le dichiarazioni fatte da Lorenzo Fioramonti, uno stretto collaboratore di Luigi Di Maio, il candidato dell'M5s alla carica di presidente del Consiglio. Fioramonti, spiega il reportage, è professore di economia politica all'Università di Pretoria in Sudafrica: secondo lui, questo "è il momento giusto per parlare" della ristrutturazione del debito pubblico dell'Italia e di diversi altri paesi; "Noi possiamo essere i pionieri del cambiamento di un sistema europeo che deve cambiare", ha detto Fioramonti, aggiungendo tuttavia che gli M5s non vogliono "essere visti come quelli che cercano una facile via d'uscita". L'Italia ha un debito pubblico che supera il 130 per cento del Prodotto interno lordo (Pil), ricorda il "Financial Times", spiegando che la proposta del professor Fioramonti è basata su un saggio pubblicato online nel 2014 dal Centre for Economic Policy Research: essa prevede che la Banca centrale europea aiuti i paesi a ridurre il proprio indebitamento comprandone le obbligazioni governative, e quindi in effetti cancellando quei debiti; simili proposte, nota il giornalista inglese James Politi, sono viste con grande sospetto in Germania, dove gli esponenti politici ed i funzionari governativi hanno a più riprese inveito contro il condono dei debiti dei dissoluti paesi dell'Europa meridionale. In sostanza, scrive il "Financial Times", le idee del professor Fioramonti rischiano di vanificare tutti gli sforzi fin qui messi in campo dal candidato del M5s Luigi Di Maio per rassicurare i mercati sulle politiche economiche del suo partito.

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