Sanzionare i populisti per salvare l’Europa. La truffa ai giovani sulle pensioni

C’è chi ha paragonato la forma estetica della politica del governo alla commedia dell’arte di Arlecchino e Pulcinella

Lettere Direttore 6 Ottobre 2018 www.ilfoglio.it

1-Al direttore - C’è chi ha paragonato la forma estetica della politica del governo alla commedia dell’arte di Arlecchino e Pulcinella. Non sono d’accordo. A mio giudizio, essa va trovata in un’altra tradizione teatrale. All’inizio del Novecento, l’avanguardia futurista italiana esaltava il varietà perché meraviglioso ed eccentrico, anti intellettuale e popolare, capace di coinvolgere il pubblico in modo attivo e di suscitare il suo apprezzamento con urla e schiamazzi. “Creiamo la scena”, scriveva Enrico Prampolini nel 1915. Inventiamo cioè uno spettacolo che non deve dipendere dalla parola ma dalla libera e sfrenata immaginazione dell’autore, che non deve quindi imitare la realtà ma stupire, divertire, emozionare e abbindolare gli spettatori con la rapidità e il sensazionalismo del suo messaggio. Il “teatro della sorpresa”, come recita il titolo di un manifesto firmato da Filippo Tommaso Marinetti e Francesco Cangiulli sei anni dopo, doveva insomma gettare alle ortiche ogni scoria élitaria e diventare “alogico, irreale”. Artificio, comicità, circo, imprevedibilità, testi scarni e insignificanti personaggi erano i canoni e i valori della drammaturgia futurista. E’ esattamente quella oggi riportata agli antichi fasti dalla compagnia di giro di Salvini e Di Maio.

Michele Magno

2-Al direttore - Eppure, complessivamente, Def incluso, la partita è semplice semplice. Il governo gialloverde deve abbattere in cabina elettorale l’attuale governance europea. L’attuale governance europea deve abbattere in tempo, ha pochi mesi, il governo gialloverde. E si giocheranno – da una parte e dall’altra – il tutto per tutto.



Luca Rigoni

3-Al direttore - In conseguenza delle manomissioni che il Truce e il Trucidello vogliono apportare alla riforma delle pensioni di Elsa Fornero non ci saranno soltanto effetti negativi sui conti pubblici e maggiori oneri a carico delle future generazioni. E’ bene tenere conto di un altro aspetto che fino a ora non è emerso come meriterebbe: l’incidenza dei pensionamenti di massa sul mercato del lavoro dal lato dell’offerta. La stima è di 400 mila esodi anticipati in più all’anno che avranno corso in larga prevalenza tra la popolazione maschile delle regioni settentrionali (dove si è prossimi al pieno impiego). I lavoratori anziani (per modo di dire) in uscita saranno comunque in numero maggiore dei giovani in entrata, per banali ragioni demografiche. Del resto, lo ammettono candidamente anche gli strateghi gialloverdi quando affermano che ogni due pensionati in più ci sarà un giovane che troverà lavoro. Bene: 400 mila anziani usciranno; 200 mila giovani entreranno. E gli altri posti che si renderanno vacanti chi li coprirà? O arriveranno altri stranieri, oppure i padroncini del nord, cari alla Lega, si troveranno in difficoltà non perché tartassati dalle tasse, ma perché non potranno reperire sul mercato del lavoro personale sufficiente e adeguato per   “far girare le macchine’’ nelle officine. Non parliamo poi del pubblico impiego. I sindacati dei medici ospedalieri hanno espresso una preoccupazione molto seria: le nuove regole pensionistiche potrebbero provocare un esodo di massa di camici bianchi, al punto da mettere in crisi le strutture sanitarie.

Giuliano Cazzola

C’è questo ma c’è anche molto altro. E quando i sovranisti proveranno a dimostrare che il pensionamento anticipato sarà per i giovani come una manna dal cielo basterà ricordargli quanto ha segnalato qualche giorno fa sul Foglio il nostro amico Stefano Patriarca mettendo insieme un po’ di stime dell’Inps: “Per coprire il costo di un anno di pensione di anzianità goduta in anticipo, che mediamente si colloca attorno a 29 mila euro lordi annui, occorrono i contributi sociali corrisposti da ben 5 lavoratori dipendenti giovani (una retribuzione media mensile di 1.100 euro netti dà luogo a circa 5.600 euro annui di contributi previdenziali a carico del lavoratore e dell’impresa) e non si può non considerare che 1 miliardo di spesa pensionistica aggiuntiva per anticipare il pensionamento è equivalente ai contributi pensionistici pagati da 200 mila giovani lavoratori”. Serve altro per capire il bluff?

 

 

4-Al direttore - Non so se la eventuale bocciatura della manovra di finanza pubblica da parte della Commissione Ue sia veramente nell’interesse di una parte del governo che, così, potrebbe scaricare sull’Europa la responsabilità del blocco della stessa manovra. Sarebbe, pur sempre, l’apoteosi del sadomasochismo, anche perché, per i tempi di una tale decisione, quest’ultima potrebbe essere preceduta da un verdetto non esaltante dei mercati (altra cosa è l’insostenibile “forza spread”) e delle agenzie di rating, cumulandosi i responsi, rispettivamente, della Commissione e degli altri “giudici”. A meno che qualcuno non aspiri alla bocciatura per, poi, porre follemente la questione della permanenza dell’Italia nell’euro. A questo punto, ma anche dopo la sola eventuale bocciatura a opera di Bruxelles – se di ciò dovesse trattarsi – è probabile che si comincerebbe da parte di non pochi ad aprire gli occhi e a constatare la nudità del re. Al sadomasochismo di cui sopra non sarebbe umanamente concepibile il seguito di un sadomasochismo di risparmiatori, investitori, lavoratori, dovendosi ritenere che essi siano vaccinati contro il complesso dell’accerchiamento e che non scenderebbero a difendere un governo il quale potrebbe portarli sull’orlo del baratro. O si deve piuttosto amaramente pensare che siamo al punto in cui non ci si curi di mettere in gioco il proprio futuro e quello delle nuove generazioni perché la colpa è sempre degli altri? Con i più cordiali saluti.

Angelo De Mattia

Difficile dire se la follia venga portata avanti con coscienza o con incoscienza. Più facile dire invece, come abbiamo suggerito ieri, che l’Europa rischia di morire non se sanziona chi decide di violare le regole, ma se sceglie di fare finta di nulla. E mai come oggi, far finta di nulla significherebbe fare un passo vero verso la distruzione dell’Unione europea.

 

Nell’articolo “Mi manda Salvini” del 3 ottobre, il presidente della commissione Bilancio Claudio Borghi ha detto di aver comprato btp “prima” delle sue dichiarazioni sull’euro e non “dopo”, come invece abbiamo scritto. E’ un errore del Foglio che, ovviamente, cambia il senso di quanto detto dall’intervistato. Ce ne scusiamo con l’onorevole Borghi e con i lettori.

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