La Russia e lo scandalo dimenticato. Il primo successo del Pd

Ormai i giornali sono più capaci di parlarsi addosso che di dare notizie

Le lettere al direttore 8 agosto 2019 www.ilfoglio.it

Al direttore - Letta per intero la bellissima seconda pagina di ieri, compreso il sapone che evoca sempre un po’ i lager, sintetizzerei: l’identità è un male assoluto, e non necessario. Altrimenti dovremo dire che Hitler e Trump non sono razzisti, ma filosofi in cerca delle loro radici.

Maurizio Crippa

Al direttore - Ormai i giornali sono più capaci di parlarsi addosso che di dare notizie. Da giorni e giorni sui presunti fondi russi alla Lega due quotidiani, la Verità e Repubblica, si fanno domande reciproche sui comportamenti e si insultano ma nessuno si domanda perché in una inchiesta aperta dopo l’articolo dell’Espresso il 24 febbraio le perquisizioni vengono ordinate solo in piena estate quando il caso era esploso mediaticamente e i diretti interessati sapevano in pratica di essere indagati? O la procura aveva sottovalutato l’indagine che sembrava aperta solo come atto dovuto oppure semplicemente non gliene fregava niente avendo magari altro da fare… Ma in questo paese i giornali non sono abituati a esaminare con spirito critico i comportamenti delle procure, a meno che non abbiano amici sotto inchiesta. Sul caso dei fondi russi la mia impressione è che non si arriverà a livello giudiziario da nessuna parte… interessa l’ammuina politica alla quale partecipano i giornali insultandosi tra loro… e poi lamentano il fatto che vendono sempre meno copie ma sono ancora troppe le cavolate che scrivono…

Frank Cimini

Lo scandalo non è Savoini, ma è Salvini. E più importante ancora dello scandalo giudiziario è lo scandalo politico che riguarda l’incapacità del nostro paese di saper rispondere a due domande semplici e lineari. Primo: il nostro interesse nazionale è più legato alla Russia o è più legato all’America? Secondo: la traiettoria politica del nostro paese è più legata all’interesse dell’Europa o all’interesse della Cina? Non è necessario sapere che fine farà lo scandalo giudiziario per ragionare su quello che è il vero scandalo politico: un governo sottomesso ai nemici della società aperta.

Al direttore - Caro Claudio, sono ricoverato in clinica da una decina di giorni. La terapia comporta una dieta solo liquida (tè e camomilla). Mi era venuta la tentazione di metterla in politica e inventarmi uno sciopero della fame contro le sconcezze del Capitano. Secondo lei, però, potrei farmi convalidare questo periodo di digiuno almeno come un fioretto per la salvezza dell’Italia?

Giuliano Cazzola

Approvato! E mi raccomando.

Al direttore - Nel pezzo “La forza tremenda delle vacanze populiste” (il Foglio del 6 agosto), Giuliano Ferrara – nel prendere in esame lo stile del Salvini vacanziero in quel di Papeete sulla riviera di Milano Marittima – afferma che “… l’Adriatico è il posto dove c’è vita e c’è sballo, due elementi delle vacanze che piacciono alle maggioranze, et pour cause. Le vacanze truci esprimono una tremenda vocazione maggioritaria…” del capo leghista. Al di là delle scelte personali circa il tipo e i luoghi preferiti per il riposo estivo (personalmente preferisco soggiorni montani), colpisce il riferimento dell’Elefantino alla vocazione maggioritaria del Truce che asseconda le preferenze della maggioranza degli italiani per i siti “di vita e di sballo”. Mi chiedo, difatti, se detta vocazione maggioritaria non debba essere il metro di misura con il quale valutare anche il complesso della linea politica e delle scelte della Lega da un anno a questa parte. Mi spiego. Il Truce, al di là delle ricorrenti minacce rivolte al M5s, ritarda ad aprire una crisi di governo per poi andare al voto anticipato e incamerare così il maggior consenso che i sondaggi continuano ad attribuirgli. Perché questo comportamento? I motivi possono essere diversi e tutti validi, ma forse non c’entra pure la vocazione maggioritaria che Salvini sta costruendo per il proprio partito nell’area del centrodestra e che in prospettiva vuole imporre all’intero sistema politico? Con questo non voglio dire che il Truce intenda estendere i caratteri goderecci e populisti di Milano Marittima dall’Adriatico a Montecitorio (anche se il degrado in atto del linguaggio politico nell’Italia del sovranismo e populismo di governo rende legittimo qualche sospetto in tal senso) ma certo un qualche collegamento tra spiaggia populista e politica è evidente. L’attuale legge elettorale, prevalentemente proporzionalista, è tale da rendere non dico impossibile ma certamente molto difficile a ogni forza politica che consegua il primato dei seggi in Parlamento di assicurarsi la guida del governo: e questo vale anche per la Lega. Ecco spiegata, a mio parere, la reticenza di Salvini ad aprire una crisi di governo che conduca al voto anticipato: occorre che la vocazione maggioritaria si estenda anche al piano elettorale del sistema di voto, anche se non nelle medesime forme predilette dagli italiani tra gli ombrelloni e le discoteche emiliano-romagnole. Per questo, il timore con cui Ferrara chiude il suo pezzo – che la partita tra vacanze populiste ma maggioritarie (Papeete e dintorni) e vacanze intelligenti ma minoritarie (Capalbio e dintorni) si concluda a favore delle prime – è lo stesso che mi induce a dire che l’opposizione politica al governo Conte rischia di soccombere al salvinismo se non rilancia una propria prospettiva maggioritaria sul piano dei contenuti programmatici di un’alternativa di governo e della riforma del sistema politico-elettorale.

Alberto Bianchi

Vero. Ma intanto una verità bisogna pur dirla: l’approvazione della mozione del Pd sulla Tav non è, come si sente dire, una sconfitta dell’opposizione ma a ben vedere è il primo vero successo politico del nuovo Pd: il Parlamento ha una maggioranza a favore della Tav, il governo è diviso e il presidente del Consiglio espressione del partito contrario alla Tav è di fatto sfiduciato. What else?

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