Lettere al Direttore Foglio 26.6.2015

Sofri e Plutarco. Renzi e le tasse. Il giaguaro non smacchiato

1-Al direttore - Secondo il giovane transfuga Stefano Fassina il Pd è ormai il partito dei banchieri.

Secondo un vecchio disertore come il sottoscritto, invece, di questo passo rischia di non essere nemmeno il partito dei bancari.

Michele Magno

Fassina ha ragione quando dice che il Pd di Renzi è un Pd che ha subìto una trasformazione genetica ed è un bene, per chi scrive, che il Pd non sia più quello che, con Fassina responsabile economico, riuscì nella non facile impresa di “non vincere” elezioni che erano già vinte. Eppure c’è poco da ironizzare. Ed è vero che Podemos fa rima con Perdemos ma è anche vero che Renzi può permettersi una fuoriuscita a sinistra se riesce a conquistare elettori non di sinistra. Un anno fa questo accadeva. Oggi non è scontato. Per questo, ripetiamo: giù le tasse Renzi. Adesso.

2-Al direttore - Ho visto i fotomontaggi degli ambientalisti sugli ipotetici futuri paesaggi rovinati dalle trivelle petrolifere: mostruosi. Solo che quelli sono fotomontaggi mentre sui paesaggi devastati dalle pale eoliche si tratta di realtà: però agli ecochic stanno bene.

Roberto Bellia

3-Al direttore - Grande Ferrara! Ma a Roma i pm conoscono la definizione di Leonardo Sciascia di mafia? Non vi è nulla di più inedito del già edito. Cordialmente.

Antonio de Grazia

4-Al direttore - Non fosse altro che per come ci è stato e ancora oggi ne rendiconta, Adriano Sofri ha ogni titolo per essere chiamato a collaborare a un progetto di riforma che provi a far uscire le carceri italiane dallo schifo in cui versano. Se si aggiunge poi che il suo debito con la giustizia risulta saldato, mi pare evidente che tono e contenuti degli attacchi e delle critiche di questi giorni non siano definibili in altro modo che con la categoria politica e etica del “fascismo”, inteso proprio in senso di continuità con quello storico. D’altronde, per chi ne usa e abusa spesso a sproposito, io dico che episodi del genere mostrano quanto il vero problema sia che in Italia ancora nel 2015 esiste una evidente contiguità con il totalitarismo nelle strutture organizzative e repressive del potere. Per questo l’unica battaglia  possibile va combattuta, attraverso il rifiuto della violenza e dell’intimidazione fisica e verbale a tutti i livelli comunicativi e sociali, contro quella parte, a occhio e croce ancora piuttosto consistente, dell’apparato poliziesco e burocratico dello stato italiano e dei suoi rappresentanti politici, che ancora informa le sue prassi operative a modelli illiberali punitivi e autoritari.

Roberto Balzano

Le reazioni alla notizia della partecipazione del nostro Sofri a un tavolo per la riforma della Giustizia sono una conferma ulteriore del fatto che nel nostro paese non è sufficiente una riforma della Giustizia per cambiare le teste degli italiani in tema di giustizia, e ci conferma un vecchio detto di Plutarco: a giudizio sia degli dèi sia degli uomini, qualunque danno si riesce a infliggere ai nemici è più importante della giustizia. Visto, si stampi.

5-Al direttore - Il Papa ha detto che “la chiesa non può farsi colonizzare dai poteri forti di turno o dall’illusoria egemonia del mainstream”. Sospiro di sollievo, considerati quali sono i poteri forti di turno oggi e il mainstream in cui siamo immersi noi e qualche settore della chiesa. Scommettiamo che anche questo discorso, non in linea con gli annunci quotidiani di “svolta” su tutto, sarà confinato nelle cose da non divulgare?

Luca Davere

6-Al direttore - La sentenza della Corte costituzionale che sblocca i contratti del pubblico impiego suona come un campanello d’allarme per il sindacalismo confederale. Infatti, alla citata sentenza si arriva dopo la denuncia di alcune sigle sindacali autonome e inoltre, la Consulta ha fatto quello che avrebbe dovuto fare il sindacato. Il sindacato deve contrattare, può vincere o perdere, ma non può accettare la via “pretorile al sindacalismo” o peggio gioire se altri fanno il suo mestiere… dal campanello d’allarme alle campane a morto, spesso, il passo è breve.

Valerio Gironi 

7-Al direttore - C’era una volta Forza Italia un partito moderato di centro che rivoluzionò la politica negli anni 90 adesso rimane un movimento che verrà assorbito da un altro partito estremista di destra che professa l’uscita dall’euro e tuona “alla gribbels” tutti i giorni, peccato… Lei direttore che ne pensa?

Roberto Carletti

Penso che il giaguaro non sia ancora stato smacchiato.

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