Lettere al Direttore Il Foglio !5.7.2015

Tienimi-da-conto-Schäuble. Coincidenze sul funerale di Biffi 1-Al direttore - Diciamola tutta. Tienim

daconto-Schäuble.Alberto Mingardi

J’adore.

2-Al direttore - Bollettino della sconfitta: “I resti di quella che fu la brigata Kalimera risalgono in disordine e senza speranza sugli aerei che li avevano portati ad Atene, rigonfi di orgogliosa sicurezza’’.

Giuliano Cazzola

3-Al direttore  - Una banda di dilettanti allo sbaraglio si è imbattuta contro un muro di tosti e pragmatici tedeschi. E ha dovuto cedere. Il conto lo pagherà il popolo greco. Comunque la Germania non può pretendere che tutti siano fatti come loro. Sta combattendo l’ennesima battaglia per l’egemonia in Europa. Fatalmente la perderà. Come è sempre accaduto. Forse Frau Merkel dovrebbe ammettere che un po’ di flessibilità, di pensiero e di azione, porta a risultati migliori. Per tutti. Anche per il paese che governa.

Maria Pia Banchelli

4-Al direttore - La ringrazio dell’attenzione che ha voluto dedicare a Retedem e al mio ruolo in questa nuova area del Partito democratico. Sul suo quotidiano, ieri, lei stigmatizza il piccolo numero di adesioni. A questo riguardo potrei semplicemente dirle che la saggezza popolare ci ha insegnato che “nella botte piccola ci sta il vino buono”! In realtà l’errore che l’interpretazione del Foglio induce nel lettore sta nella sovrapposizione tra ulivisti e questa area. E tanto più è errato mettere in relazione questa area con il presidente Prodi. Pur essendo convinta che gli ulivisti siano assai più numerosi di quanto non si possa immaginare e che l’Ulivo resti la più bella pagina di storia politica che abbiamo vissuto, non posso non ribadire che la sovrapposizione tra le due cose non funziona. Questa area politica raccoglie quanti, dentro al Pd, continuano a pensare che il partito funzioni solo se saprà essere fedele all’ispirazione originaria, cioè ulivista, e tenere dunque in sé tutto il centrosinistra, senza trattini. Grazie dell’attenzione e un cordiale saluto.

Sandra Zampa

Purtroppo ho l’impressione che in molti, come lei, continuino a chiamare “Ulivo” ciò che in realtà è “Unione”. La realtà mi sembra invece evidente: oggi il Pd ha necessità di essere più inclusivo di quello che è, è ovvio, ma la logica dell’Ulivo-Unione porta a un’inclusività forzata, non omogenea, brancaleonesca, che è la contraddizione stessa dell’idea di Pd. Delle due l’una: o c’è il Pd, o c’è l’Ulivo-Unione. E invocare la seconda opzione, a mio modo di vedere, significa invocare la morte del Pd.

5-Al direttore - Coincidenza casuale? O “segno”? Sta di fatto che le esequie del cardinal Biffi sono state celebrate lo stesso giorno, 14 luglio, dell’anniversario della presa della Bastiglia, simbolo per eccellenza della rivoluzione francese. Rivoluzione nei confronti della quale a differenza, per dire, di un cardinal Maradiaga, coordinatore del C9, che nel libro “Parlare di Dio nel mondo”, scrive che “la Rivoluzione francese, ed essa soltanto… occupa il posto di rivoluzione autenticamente umana – pur nei limiti e negli eccessi di quella violenza che non era tra le componenti originarie del suo pensiero”, Biffi diede una lettura sideralmente lontana non solo dalla vulgata corrente, ma anche da tanta storiografia sedicente cattolica. Con la premessa che l’alternativa alla fede non è la ragione ma l’idolatria, egli vide proprio nella rivoluzione dell’89 un esempio di quel “culto aberrante” che fa di un singolo evento lo spartiacque tra un prima grigio e buio, e un dopo radioso e luminoso nella misura in cui sia la prosecuzione di quell’evento originario di luce. Una prospettiva, sottolineava non senza una punta di ironia il grande pastore e fine teologo, “che dà risultati storiografici di notevole comicità, sia pure involontaria...Purtroppo però proprio questa visione encomiastica è ancora quotidianamente imposta nelle nostre scuole e nella divulgazione corrente, nonostante le revisioni che ormai in sede scientifica si stanno affermando…”. Un giudizio controcorrente, come controcorrente il card. Biffi seppe (e volle) esserlo su tante altre questioni. Non per nulla, come motto del suo episcopato scelse la frase di s. Ambrogio, ubi fides ibi libertas. Dove c’è la fede lì c’è la libertà: una lezione troppo spesso dimenticata.

Luca Del Pozzo

6-Al direttore - Nulla so di economia che per me è come acqua di cielo, non sono nemmeno ragioniere, non mi affiderebbero un condominio. Ma ho qualche trascorso nei cabaret e credo che quella battuta di Tsipras, nella estenuante maratona di diciassette ore all’eurosummit, meriti un applauso. Ha fatto una pausa, Tsipras, ha trattenuto il respiro, ha poi preso fiato, s’è tolto con collaudato coup de théâtre la giacca e ha detto: “Allora, prendetevi anche questa’’. Teatro puro.

Gino Roca

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