Lettere al Direttore 25.7.2015

Roma e la soluzione del default. Questo pianeta non ci voleva, speriamo sia deserto

1-Al direttore - Devi scusarmi, nel mio articolo sulla Troika in Sicilia e a Roma non avevo previsto la

puntuale assemblea sindacale al sito archeologico di Pompei. Devo migliorare il forecasting dei disastri del Belpaese. Rimedio subito con queste brevi righe. Anche là, senza dubbio, ci vuole la Troika. La cancelliera Merkel di solito durante le sue vacanze in Italia fa sempre visita agli scavi di Pompei. Diamole le chiavi. E facciamone una copia anche per il ministro Schäuble.

Mario Sechi

2-Al direttore - Il governatore Ignazio Visco, nella sua conversazione con il Foglio, ha sollevato degli interrogativi a proposito dell’orientamento in fieri, a livello europeo, volto ad assegnare un rischio all’investimento in titoli pubblici, significativamente chiedendosi, innanzitutto, se per caso si pensi che a fare ciò debbano essere le agenzie di rating. Visco non lo ha aggiunto espressamente, ma verosimilmente ha voluto segnalare le distorsioni alle quali si andrebbe incontro se la valutazione di uno stato, già oggi fonte di infinite discussioni per il rilascio dei rating, dovesse protendersi a opera di tali agenzie fino alla fissazione del predetto rischio. L’argomento per la sua delicatezza estrema, soprattutto in questa fase, andrebbe tolto dal tavolo delle discussioni in sede europea. Impiantare una sorta di  “panopticon” per misurare i rischi dei debiti pubblici e da queste misurazioni trarre le conseguenze, per esempio, sui ratios delle banche per non dire sugli investimenti dei normali risparmiatori, significherebbe cedere totalmente – altro che condividere – la sovranità al soggetto misuratore, non alle libere stime del mercato. A proposito, poi, delle agenzie di rating sarebbe paradossale, dopo tutte le fondate critiche rivolte al loro operare, il solo pensare di attribuire loro anche una tale funzione. Ma il Tesoro cosa ne pensa? Non è il primo interessato a questa materia?

Angelo De Mattia

3-Al direttore - Si dice che la scoperta di Kepler-452b, che può ospitare o già ospita forme di vita intelligenti, preoccupi non poco Susanna Camusso e Maurizio Landini. Infatti, nel pianeta gemello della Terra un anno dura 385 giorni. Sarebbero perciò costretti ad ammettere che i kepleriani devono (in proporzione) ridurre le ferie, lavorare di più e posticipare l’età pensionabile senza battere ciglio.

Michele Magno

4-Al direttore - No, quest’altra Terra decisamente non ci voleva. Si rischia che dopo il Papa venuto dalla fine del mondo, ne arrivi uno addirittura dalla fine dell’universo.

Tommaso Lorenzi

Non siamo pronti, non è il momento giusto, questo nuovo pianeta non ci voleva, speriamo sia deserto.

5-Al direttore - Nel mondo liberale, ma anche radicale e repubblicano, l’eleganza, l’intelligenza, l’ironia di Giacomo Antonelli rappresentarono un sicuro punto di riferimento e di affidamento. Senza presunzione e senza moralismo, Giacomo aveva appreso dai Croce e dai Carandini, dai Cattani e dai Pannunzio il sentimento ideale e civile di una borghesia vera e seria (che è stata poi autentica aristocrazia della storia d’Italia). Se ne è andato l’altroieri e al suo funerale l’affetto di Maria, dei suoi figli e dei suoi nipoti è stata l’ennesima testimonianza di una antica lealtà alla propria professione, alla propria tradizione, alla propria esperienza politica.

Luigi Compagna

6-Al direttore - Sarà il caso d’informare il sindaco di Roma che tutte le volte che i giornali americani si occupano di faccende che non riguardano casa loro, beh le cose vanno a finire sempre allo stesso modo… Allende, Milosevic, Saddam, Ben Alì, Assad, Mubarak, Gheddafi.

Valerio Gironi

L’unico consiglio saggio che dovrebbero dare i giornali americani ai caudilli di casa nostra, piuttosto che maramaldeggiare sulla monnezza, i disservizi, la corruzione, e tutto il resto, è uno e soltanto uno: siete una città praticamente fallita che non sa come ripianare il proprio debito? Fate come Detroit: fallite.

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