Italia vista dagli altri. I droni italiani armati e il destino di Telecom

La rassegna della stampa internazionale sui principali fatti che riguardano da vicino il nostro paese. Oggi articoli di Les Echos, Die Welt, Financial Times, New York Times, Figaro

a cura di  Agenzia NOVA | 05 Novembre 2015 ore 10:06

L'Italia lancia la sua riforma dei porti

Parigi, 5 nov - (Agenzia Nova) - Il governo italiano di Matteo Renzi si è deciso a prendere il toro per le corna: il suo obbiettivo è di colmare il "gap logistico", lo scarto tra la qualità delle infrastrutture italiane e quelle dei paesi vicini. A cominciare dai porti: dal 2005 al 2014, mentre il traffico commerciale triplicava nel Mediterraneo, In Italia quello delle merci è crollato del 6,5 per cento e quello dei passeggeri del 7 per cento. E' all'inaugurazione dell'ultimo Salone nautico di Genova che il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, ha annunciato il lancio effettivo della riforma dei porti: un decreto legislativo è pronto e sarà allo studio del Consiglio dei ministri nei prossimi giorni; l'obbiettivo è di mettere un termine al paradosso che vede l'Italia, al centro di una delle più importanti rotte commerciali del mondo, perdere 50 miliardi di euro all'anno a causa dei suoi ritardi logistici e della sua burocrazia. Il governo prevede innanzitutto una semplificazione delle procedure di import-export nei porti, che richiedono tre volte più tempo rispetto ai principali paesi europei e che secondo gli armatori gravano per un costo supplementare di 100 mila dollari a nave. Poi ci sarà una riduzione delle autorità portuali da 24 a 14: un riduzione che non si farà senza digrignare di denti, particolarmente in occasione della prossima nomina dei loto presidenti, che dovranno gestire 6,3 miliardi di euro di investimenti programmati tra il 2015 ed il 2017. Infine è in preparazione un nuovo regolamento sulla concessione dei terminal portuali, atteso da oltre 20 anni dalle aziende del settore. Resta da vedere, commenta sul quotidiano economico francese "Les Echos" il suo corrispondente da Roma Oliveier Tosseri, se tutto ciò basterà a riportare il Mediterraneo ad essere il Mare Nostrum commerciale dell'Italia.

In Italia la ministra della Funzione pubblica sogna di licenziare gli statali assenteisti

Parigi, 5 nov - (Agenzia Nova) - Il governo italiano vorrebbe adottare la linea dura e la ministra della Semplificazione e dell’Amministrazione pubblica ha una idea radicale per aumentare la produttività degli statali: licenziare gli assenteisti: "Un dipendente pubblico che dice di essere al lavoro invece non c'è dovrebbe essere mandato via" ha detto la ministra Marianna Madia in una riunione sui costi della burocrazia.

Perché Matteo Renzi ha paura della mafia

Berlino, 5 nov - (Agenzia Nova) - Per molti anni la mafia ha governato Roma: oggi nell'"aula bunker" del carcere romano di Rebibbia inizierà il processo contro "Mafia capitale", in cui verranno messe sotto accusa 46 persone: da esponenti della "bassa manovalanza" a politici, manager e funzionari resisi responsabili di uno scandalo senza precedenti che vede implicata la politica, il mondo economico e la pubblica amministrazione. I membri della "mafia romana" non dovevano più sforzarsi si corrompere politici, funzionari o ufficiali, perché erano loro stessi al governo. Anche il premier italiano Matteo Renzi teme scomode sorprese: a processo non ci sono solo i due ex politici Daniele Ozimo e Luca Odevaine, ma anche personaggi minori membri del Partito Democratico.

Il destino di Telecom Italia è nelle mani dei tycoon francesi

Londra, 5 nov - (Agenzia Nova) - Le congetture su possibili offerte di acquisizione hanno fatto schizzare le azioni di Telecom Italia. Il mese scorso, riferisce il "Financial Times", due magnati francesi hanno incrementato le loro quote nella compagnia telefonica italiana: Vincent Bolloré di Vivendi e Xavier Niel di Iliad. Gli analisti hanno cominciato a domandarsi se abbiano obiettivi più ambiziosi. Secondo fonti ben informate non hanno agito di concerto, ma i loro interessi potrebbero allinearsi in futuro. È possibile anche che agiscano come "kingmaker" in caso di iniziative esterne.

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Panorama internazionale

 

Il governo Usa acconsente ad armare i droni italiani

New York, 5 nov - (Agenzia Nova) - Il dipartimento di Stato Usa ha acconsentito alla richiesta del governo italiano di armare i suoi droni Mq-9 Reaper con missili anticarro Hellfire, bombe di precisione ed altre tipologie di armi. Lo hanno annunciato ieri due funzionari del governo statunitense. L'Agenzia per la cooperazione alla sicurezza del Pentagono ha informato nella tarda serata di martedì riguardo la possibile vendita delle armi all'Italia, che avrebbe un valore di 129,6 milioni di dollari e vedrebbe General Atomics, azienda produttrice dei Reaper, nelal veste di principale contractor. La vendita dei sistemi d'arma per i droni italiani sarebbe la prima nel suo genere dal varo di una nuova politica ad hoc da parte del governo Usa, lo scorso febbraio. L'Italia è il secondo paese dopo il Regno Unito ad ottenere l'autorizzazione all'acquisto di droni armati da parte di Washington.

Terrorismo: la Nato avverte di un pericolo imminente nel Mediterraneo

Madrid, 5 nov - (Agenzia Nova) - Dopo essersi concentrata quasi ossessivamente sul pericolo russo a seguito della crisi ucraina, ora la Nato ammette di non poter più ignorare le minacce provenienti dall'area del Mediterraneo. "L'instabilità e i rischi del fronte meridionale sono già molto vicini ai confini della Nato", ha riconosciuto ieri a Saragozza il suo segretario generale, il norvegese Jens Stoltenberg. L'Alleanza conclude oggi in Spagna, Italia e Portogallo la sua più grande esercitazione in un decennio e se da un lato accelera i suoi piani per la sorveglianza aerea nel Mediterraneo, dall'altro il conflitto siriano e il caos libico costituiscono un fattore di preoccupazione sempre più importante nei piani dell'Alleanza. Le esercitazioni Trident Juncture 2015 sono iniziate lo scorso 3 ottobre e termineranno questa mattina in tre paesi del versante sud della Nato: Spagna, Italia e Portogallo, appunto. Con 36 mila soldati provenienti da 30 paesi, 140 aerei e 60 navi è stata la più grande manovra di addestramento condotta dalla Nato negli ultimi dieci anni. L'instabilità diffusa in Nordafrica e il Medio Oriente - dopo la primavera araba, la guerra civile in Siria, il radicamento di Al Qaeda in Mali e la comparsa dello Stato islamico (Isis) in Libia - dimostra che i rischi al sud non sono meno gravi ma certamente meno prevedibile di quelli che interessano il versante orientale. Per questo la vigilanza sarà rafforzata con il programma Ags (Alliance Ground Surveillance), un progetto che ha due anni di ritardo a causa del suo costo elevato e al quale la Nato vuole dare una spinta definitiva con il dispiegamento di cinque droni Global Hawk nella base italiana di Sigonella. Il programma sarà, secondo le parole di Stoltenberg, "un elemento chiave per proteggere il sud" da potenziali minacce.

Francia, Hollande inaugura il "Pentagono alla francese"

Parigi, 5 nov - (Agenzia Nova) - Il presidente francese, Francois Hollande, inaugurerà oggi pomeriggio la nuova sede del ministero della Difesa nel quartiere di Balard, nel quadrante sud-orientale di Parigi. Il sito di 13,5 ettari di cui 4 di spazi verdi comprende 320 mila metri quadri di uffici ed accoglierà 9.300 impiegati che potranno godere anche di alloggi, mense, un centro sportivo con piscina e tante altre strutture. Vi saranno concentrati ben dodici uffici della Difesa che finora erano sparsi nella capitale francese e nella sua periferia: lo Stato maggiore delle forze armate (Cema); quelli dell'Esercito, della Marina e dell'Aviazione; la Direzione generale degli armamenti (Dga); il centro operativo. La costruzione del "Pentagono alla francese" era iniziata nel 2008 ed è costata 4,2 miliardi di euro.

Regno Unito: Theresa May presenta la riforma dei poteri di sorveglianza

Londra, 5 nov - (Agenzia Nova) - In evidenza sulla stampa britannica il disegno di legge sui poteri di sorveglianza, l'Investigatory Powers Bill, presentato dalla segretaria all'Interno del Regno Unito, Theresa May, alla Camera dei Comuni. L'esponente del governo ha sottolineato le differenze tra l'attuale testo e quello del precedente Communication Data Bill, soprannominato "carta degli spioni", e le concessioni sulla tutele della privacy. Tra i punti principali l'obbligo per le società internet di mantenere un registro dei dati per un anno e l'istituzione di un'apposita autorità, l'Investigatory Powers Commissioner, che autorizzi l'uso dei poteri e supervisioni la condotta delle agenzie di intelligence e delle forze di polizia. Nell'illustrare la riforma, May ha anche ammesso che, sulla base del Telecommunications Act del 1984, l'MI5 ha raccolto dati di massa sulle comunicazioni dei cittadini britannici.

Usa: Democratici preoccupati per la scelta della Casa Bianca di inviare militari in Siria

New York, 5 nov - (Agenzia Nova) - La politica statunitense è spaccata in merito alla decisione del presidente Barack Obama di inviare in Siria un contingente di 50 uomini delle forze speciali che opereranno al fianco dei ribelli impegnati contro lo Stato islamico nel nord del paese. Da un lato i Repubblicani accusano il presidente d'essere ricorso ancora una volta a misure poco incisive e del tutto slegate da una strategia coerente; dall'altro i Democratici sottolineano come 50 militari sul campo siano già troppi, poiché certificano il fallimento dell'obiettivo presidenziale di disincagliare gli Usa dal calderone mediorientale e la violazione della promessa di non intervenire in Siria con forze di terra. “E' difficile non essere preoccupati quando il presidente aveva categoricamente smentito l'invio di truppe sul suolo siriano, mentre ora scopriamo che stiamo scendendo a tutti gli effetti in battaglia”, spiega il senatore democratico del Connecticut Chris Murphy, a cui parere l'invio del nucleo delle forze speciali sarà seguito necessariamente da azioni analoghe: “Abbiamo superato una linea ben precisa, ed è difficile comprenderne la ragione”. Secondo il senatore Tim Kaine, della Virginia, è poco credibile il tentativo dell'amministrazione di spiegare che “non si tratta dell'impiego di truppedi terra. La gente non la ritiene una spiegazione credibile”, specie dopo l'uccisione di un militare delle forze speciali statunitensi impegnato in un raid in Iraq, il mese scorso. Obama si trova così isolato dal suo stesso partito nella difesa di una decisione che ha adottato con evidente riluttanza. Dopo aver tentato per anni di scrivere il capitolo conclusivo ai lunghi e sanguinosi impegni militari in Iraq e Afghanistan, il presidente si trova a fare i conti con un drammatico peggioramento del quadro della sicurezza in quei paesi e nell'intera regione: con la sua decisione, il presidente che avrebbe dovuto archiviare l'eredità dell'amministrazione Bush si appresta a cedere al suo successore una eredità forse ancor peggiore, che vede le forze di terra statunitensi impegnate in Medio Oriente su un terzo fronte, quello siriano.

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