Lettere al Direttore Foglio 7.11.2015

Ma qual è la soglia superata la quale si scende dal Paradiso all’Inferno? Pier Luigi Bersani  fa tenerezza

1-Al direttore - Pier Luigi Bersani a me fa tenerezza. E’ ancora molto affezionato alla ditta, quindi continua ostinatamente a negare che il Pd sia “due partiti-in uno” (la Repubblica di ieri). Che invece sia addirittura un coacervo di correnti, camarille, potentati e cacicchi locali è ormai noto anche ai sassi. Tuttavia, confesso che non sospettavo l’esistenza di quelli che tecnicamente possono definirsi clan personali. L’ho scoperto su Twitter. Un rettangolo rosso, la classica fotina, sullo sfondo una scritta dai caratteri cubitali: “Mentalità Dattorriana”. E’ il logo dei fan e simpatizzanti del deputato Alfredo D’Attorre. Sono autori, tra l’altro, di sondaggi in cui si possono leggere perle come questa: “Secondo voi quale sarebbe il ministero più adatto per il nostro Alfredo?”. Adesso che il “nostro Alfredo” ha lasciato il Pd, e che un ministero non è più all’orizzonte, scommetto che i dattorriani lo proporranno come leader del Flnr (Fronte di liberazione nazionale da Renzi). Mi chiedo se non ci troviamo di fronte a un clamoroso esempio di ridicolo (mini)culto della (mini)personalità, che però ben rappresenta il (mini)delirio di (mini)onnipotenza di quel (mini)manipolo di reduci e nostalgici della sinistra d’antan, in cui perfino un Corradino Mineo può avere il suo quarto d’ora di celebrità. Come direbbe Ennio Flaiano, sono quelli che vogliono fare le barricate con i mobili degli altri (leggi premio non alla lista, ma alla coalizione).

Michele Magno

Un Pd senza l’internazionale dei Mineo è un Pd che difficilmente si può considerare più debole rispetto al passato. Ma un Pd senza i Cuperlo e i cugini di Bersani non potrà mai essere un Pd più forte. Con questa legge elettorale (premio alla lista) dal Pd non uscirà quasi nessuno. Cambiando la legge elettorale il problema si porrà ed è anche per questo che Renzi avrebbe tutto l’interesse a non toccarlo per niente questo benedetto Italicum.

2-Al direttore - Il Foglio ha ragione nel sostenere che sarebbe necessaria lungimiranza nei governi europei per rafforzare i poteri della Bce. Intanto, però, se a poco a poco si afferma di fatto la tesi che il mantenimento della stabilità dei prezzi – unico mandato costituzionale per la Banca – può comportare il ricorso a un’ampia serie di strumenti, anche se non sono analiticamente indicati, ma necessari per ottemperare alla missione (diversamente, si tratterebbe di un mandato platonico), allora si sarebbe compiuto un bel passo avanti. Verrebbe meno l’urgenza di una riforma istituzionale, complessa e daGLI esiti imprevedibili. Del resto, ciò in parte sta accadendo. La Fed ha, invece, un mandato più ampio comprendente il sostegno all’economia – che riguarda anche la Bce, ma solo dopo avere assicurata la stabilità dei prezzi – e all’occupazione, nonché la  tutela della stabilità monetaria. I fattori da valutare dalla Fed, ai fini delle scelte di politica monetaria, sono più complessi rispetto a quelli della Bce e appare comunque eccessivo rimarcare i tentennamenti di Janet Yellen. Ciò che, però, risalta di più è l’insufficienza del coordinamento, che invece sarebbe opportuno, tra le principali Banche centrali.

Angelo De Mattia

3-Al direttore - Papa Francesco si scaglia contro i ricchi, esasperando la metafora del cammello e della cruna. Poi afferma che vorrebbe un mondo senza poveri. A questo punto, da credente, esigo di sapere qual è la soglia superata la quale si scende da Paradiso, o Purgatorio, direttamente all’Inferno. Devo consegnare l’Isee in Vaticano?

Jori Cherubini

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