Lettere al Direttore Foglio 19.1.2016

Beati quei paesi che non conoscono i nomi dei loro magistrati.. da quando sono in Belgio, quasi due decenni, ho sentito parlare di magistrati pochissime volte.

1-Al direttore - Ottima la metafora dell’auspicato ingrassamento del premier coniata da Giuliano Ferrara nel Foglio del 15 gennaio, alla quale aggiungerei di evitare il rischio, però, di una bulimia o, peggio ancora, di un’aerofagia, nel senso di ingrassare di aria fritta, di chiacchiere. Tra i cibi da ingurgitare  aggiungerei, per metterlo al primo posto, l’economia perché si vari un piano, veramente organico e incisivo, per la crescita e il lavoro oltre quanto fin qui si è fatto. Se ciò comporterà la ridiscussione di norme e istituti europei (vedi, per es. il Fiscal compact), sarà, questa, l’occasione per ingrassare anche con pasti comunitari. Naturalmente, vi sono pure cibi da cui è bene stare lontani e quelli tossici: per esempio, il modo in cui si sta affrontando – anche da parte di aree della maggioranza e dello stesso premier, con l’idea della costituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sugli ultimi quindici anni di attività del sistema bancario – la vicenda delle quattro banche salvate e gli attacchi alla Banca d’Italia, la cui condotta non è certo sottratta ai vagli nelle sedi istituzionali competenti. Ma è tutt’altra cosa anticipare, in questo momento, indicazioni sui rinnovi di cariche dei vertici di istituzioni di controllo, in particolare della stessa Banca: un episodio mai accaduto, almeno dal 1948. Con i più cordiali saluti.

Angelo De Mattia

 2-Al direttore - E’ vero che il Royal Baby deve ingrassare e costruire una propria base politica, ma se lo farà imbarcando Bersani e consultando Prodi gli esiti potranno essere fatali, per lui e per noi. Perdere il contatto con il popolo delle partite Iva, come è accaduto negli ultimi mesi, non consentirà di andare da nessuna parte. Comincio a pensare che il nostro “Provinciale”, rompendo il patto del Nazareno, abbia fatto un autentico autogol, a cui non possono porre rimedio gli opportunismi di Alfano, l’arguzia di Verdini e nemmeno i tanti transfughi in ordine sparso. Da soli non si può fare, il 2016 sarà un anno terribile, tra Isis, neomalthusianesimo vincente della lobby dell’ambientalismo globale, e banche territoriali che salteranno come birilli, ricominciando da Mps e Carige. E poi, guardarsi sempre dagli economisti, a cominciare da bocconiani come Monti e Boeri.

Giovanni Crocioni

3-Al direttore - Dal Belgio le scrivo a proposito di magistrati. Non so che cosa sia Md o altre cose simili. Ma posso dirle che da quando sono in Belgio, quasi due decenni, ho sentito parlare di magistrati pochissime volte. Ai tempi di Dutroux per i loro errori in serie. Dopo l’undici settembre quando il ministro della Giusitizia, ex lege, impose l’arresto di un sospettato, e il magistrato dovette procedere. In occasione di qualche scandaletto e poi basta… Insomma non si parla di magistrati, né si fanno i loro nomi… anche se motivi per parlare del malfunzionamento della giustizia ve ne sarebbero molti… ma a livello politico tutto tace. E tacciono anche i magistrati e l’opinione pubblica.

Lucia Marincovich

La solidità di un paese, di solito, è inversamente proporzionale alla quantità di magistrati che giocano con la notorietà.

4-Al direttore - Ho letto l’articolo di Carlo De Chiara, presidente di Magistratura democratica che contesta le sue affermazioni del 14 gennaio perché non contenute nello Statuto dell’omonima associazione: si tratta di una rettifica formale per non dire formalistica, che conferma ancor di più la funzione politica che quella “corrente” della magistratura ha avuto in questi anni, alterando la distinzione tra i poteri dello stato. La funzione squisitamente politica che la corrente di Md ha assunto è ben conosciuta da De Chiara il quale mi auguro non la ritenga più corretta, il che sarebbe molto positivo. Gli scritti di autorevoli magistrati che confermano le frasi da Lei riportate sono tante e ricorrenti e confermano l’orientamento generale di tutti i componenti della “corrente”. Nel mio libro pubblicato qualche anno fa “In nome del pubblici ministeri” ho riportato un articolo di Gerardo Colombo, noto pm di Milano, sul  n. 4 del 1983 della rivista  trimestrale Questione Giustizia, organo ufficiale di magistratura democratica. Colombo fa una approfondita analisi politica criticando i programmi e i comportamenti politici della Dc e della minoranza del Pci e di quel periodo aggiunge: “…Quando si parla di ‘opposizione politica’ svolta dalla magistratura, ci si riferisce all’attività di controllo giurisdizionale che, esercitato nell’ambito delle proprie competenze, si trasforma in controllo politico perché altre forme di controllo politico sono carenti, e perché attraverso l’imposizione di attività di supplenza il controllo giurisdizionale si è trasformato anche in controllo politico”, e conclude: “In Italia… succede che spesso l’unica attività di controllo sia rappresentata dal controllo giudiziario, che si trasforma in controllo politico nella misura in cui ha come conseguenza di incidere sulla vita politica dello Stato”. Non credo sia necessario alcun commento ma solo una valutazione: sin dagli anni Ottanta Magistratura  democratica ha assunto il ruolo di “opposizione” che il Pci che non ha esercitato.

Giuseppe Gargani

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