Lettere al Direttore Il Foglio 22.1.2016

I disastri della legge Cirinnà. Mercati e colpi di stati. Radicali e Giachetti. . Ma, D’Alema La prego, in un’Europa dove viene scoraggiato l’uso della Kippah e di simboli religiosi ebraici, grazie al capillare lavoro fatto da quegli stessi estremisti in giacca e cravatta, ci risparmi le sue “lezioni”.

1-Al direttore - No, stavolta un colpo di stato dai mercati finanziari non basta per far cadere il governo. Ne servono almeno altri treGiuseppe De Filippi

2-Al direttore - Ok, in piazza per il family day, e sia pure. Voglio sperare che promotori, sostenitori, partecipanti e simpatizzanti abbiano un’idea della famiglia italiana oggi, nel tempo in cui niente, nessun’altra istituzione insidia il matrimonio e la tradizionale famiglia conseguente (mamma, babbo e figli se ce ne sono). Abbiamo un tasso di nuzialità e di formazione delle famiglie (comprese quelle che non passano attraverso il matrimonio) che è al minimo livello possibile, abbiamo un quadro della famiglia che si riduce di continuo in termini di estensione e come media dei componenti, deteriorandosi. Non sono discorsi, sono dati maturati in decenni di monopolio della famiglia tradizionale. Qualcosa dunque non quadra e non è certo una regolamentazione/legalizzazione delle unioni civili che potrà spingere ancora più in basso le quotazioni della famiglia tradizionale. Personalmente credo che succederà il contrario. Intanto perché si smetterà di concentrare tutta l’attenzione su un problema pur sempre minore e che non sfiora la questione “famiglia”, poi perché si potrà meglio rivendicare un’attenzione reale e organica del governo sul tema “famiglia” e infine perché la regolamentazione di realtà umane diverse da quelle basate sull’eterosessualità renderà migliore e non peggiore una eterosessualità non a caso in piena crisi. Si trovi un modo per evitare la possibilità dell’utero in affitto (non vedo la difficoltà) e una sistemazione per i figli di precedenti legami che entrano nel nuovo nucleo omosessuale (non vedo come possano non continuare ad avere un padre e una madre) e si proceda oltre, per carità. Siamo alle scaramucce, con tutto il rispetto, mentre la società italiana sta perdendo la battaglia decisiva per rilanciare anche culturalmente il matrimonio e la famiglia e, grazie a loro, una natalità ch’è attualmente da estinzione

Roberto Volpi

Le unioni civili hanno un senso ma legge Cirinnà è un disastro colossale, sotto tutti i punti di vista, ed è bene che non passi (e infatti, così a naso, scometto che non passerà). Ci torneremo.

3-Al direttore - Gentile Onorevole D’Alema. Ho letto con molta attenzione il Suo botta e risposta con l’Ambasciatore d’Israele, pubblicato giorni fa sul Corriere della Sera. Con ancora maggiore attenzione ho letto le Sue considerazioni riguardo alla attuale situazione in Mediorente. Per la verità, considerazioni non nuove (me le espresse anche a voce in un vecchio incontro proprio in Ambasciata d’Israele), ma ancor più sentite e radicate. Per non dire radicali. Ebbene, dal nostro antico incontro ad oggi, nel mondo, ed in particolare in Mediorente, tante cose sono successe. L’avvento del Daesh, il dilagare del terrorismo islamico (peraltro già presente nel mondo da decenni, frutto del duro scontro sciiti-sunniti), ma soprattutto la scomparsa di ben cinque realtà statuali arabe dalla carta geografica. Tutti questi sconvolgimenti non hanno affatto mutato la Sua analisi circa le responsabilità delle grandi turbolenze del Mediorente: Israele. Con i suoi quasi 8 milioni di abitanti, l’attore di quel conflitto a bassa densità di morti (circa 20.000 dal 1948, rispetto ai 200.000 in Siria in quattro anni), molte volte vittima di attacchi e non attore, riesce – con la semplice occupazione di terre contese – a creare uno scompiglio mondiale. Davvero suggestiva questa tesi, soprattutto perché la si forza a tal punto dal trascurare del tutto chi siano gli altri attori del conflitto. Tesi che sarebbe, inoltre, convincente, se non si conoscesse la realtà e se non la si fosse un minimo letta. Molto affascinante il Suo tentativo, se non si conoscesse la Sua agenda europea (pochi giorni prima con Tariq Ramadan, se non erro) e la Sua storia (nessuno mai prima di Lei a braccetto con Hezbollah). Purtroppo io qualcosa ho letto e qualche viaggio l’ho fatto. E, alla luce di questi pochi e semplici passaggi, mi sento di dirLe una sola cosa: la Sua teoria non regge ed il castelletto crolla. Onorevole D’Alema, non Le è richiesto di difendere i diritti umani rispetto al terrorismo, non Le è richiesto di fare alcun patto pacificatore (oggi non riveste più quel ruolo) e, dunque, ci risparmi questo sforzo. Rimanga pure delle Sue idee ed arricchisca l’Unione Europea di convegni con estremisti islamici in giacca e cravatta. Ma, La prego, in un’Europa dove viene scoraggiato l’uso della Kippah e di simboli religiosi ebraici, grazie al capillare lavoro fatto da quegli stessi estremisti in giacca e cravatta, ci risparmi le sue “lezioni”.

Barbara Pontecorvo

4-Al direttore - Serve a Giachetti una lista di “fan radicali”? Non credo. Si rischierebbe la replica del sostegno al Rutelli 2008, con risultati da zero virgola. Roma, nella grave situazione in cui versa, ha bisogno di riforme e cambiamenti radicali come quelle che abbiamo tentato di proporre in Campidoglio negli ultimi anni. Assegnare un premio alla “carriera radicale” a chi certamente lo merita, non serve alla città. Occorre a mio avviso impegnarsi, invece, perché possa esserci un sindaco in grado di indicare  risorse e tappe per cambiare Roma. In merito a quanto scritto ieri da Bordin sulle diverse posizioni all’interno dell’area radicale cosa c’entrino la destra e la sinistra non mi è chiaro. Se il riferimento fosse al referendum sulle Olimpiadi e all’appoggio di Fassina, allora basterebbe citare i fronti trasversali creati dai referendum radicali. Oppure gli interventi di Pierluigi Battista, Oscar Giannino, Istituto Bruno Leoni e della rivista di Della Vedova sulla nostra proposta di referendum. A proposito di comitati, in quel “comitato di Radicali” per Giachetti non ci sono Pannella né Bonino, che saranno a Napoli da domani per affrontare il tema proposto da Radicali Italiani su Città e Federalismo. Ovviamente per i lettori è un invito a partecipare.

Riccardo Magi, Segretario di Radicali Italiani

Categoria Rubriche

Per accedere all'area riservata