Lettere al Direttore Il Foglio 28.2.2016

Un altro po’ di amore e ci tocca votare. Le prime vere nozze gay. Non è vero: si è solo ristretta la minoranza di Bersani.

1-Al direttore - Un altro po’ di amore e tocca votare.

Giuseppe De Filippi

Se l’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio, come diceva lui, Renzi non potrà che andare a votare, un domani, dicendo che sì, cribbio, l’Italia è il paese che amo.

2-Al direttore - Tutti a dire che con Verdini si è allargata la maggioranza di Renzi. Non è vero: si è solo ristretta la minoranza di Bersani.

Michele Magno

3-Al direttore - Nel dicembre 2013, fui il felice testimone del primo matrimonio omosessuale celebrato in Italia. A Roma, per l’esattezza. Certo, eravamo in Francia, piazza Farnese, al consolato, ma comunque, quando, dopo la cerimonia, abbiamo bevuto un prosecco accanto alla statua di Giordano Bruno, il brindisi era romano, eccome! Questo indimenticabile giorno, tutto è andato liscio. I promessi sposi – due cari amici francesi che vivono a Napoli da una vita, due francesi napoletani – erano commossi, e pure il console. Peccato che ci siamo dimenticati d’invitare il ministro Alfano.

Gabriel Matzneff

4-Al direttore - Parce sepulto! Adesso che Umberto Eco è stato sepolto con gli onori che meritava, è il caso di cominciare a fare tabula rasa di una certa stucchevole retorica sull’illustre defunto. Per esempio, si afferma da non pochi che “Eco ha cambiato la cultura italiana”. Calma. Vale dirlo per Dante. Vale dirlo per Giotto. Certissimamente per Leonardo e Michelangelo. Come per Alessandro Manzoni per la letteratura e la lingua italiane. Così come per Vittorio Emanuele Orlando e Massimo Severo Giannini: il primo per la cultura giuridica della prima metà del Novecento e il secondo per la medesima nella seconda metà del secolo scorso. E per la filosofia italiana dicasi lo stesso per Benedetto Croce e Giovanni Gentile. Eco ha perlustrato molti di questi campi della cultura, anche talvolta in maniera eccellente, ma non si può dire che possa assurgere all’empireo dei suddetti. Mi limito al campo da lui prediletto fra i tanti da lui arati: il Medioevo. Beh, gli studi italiani innovativi su quest’epoca negli ultimi decenni non sono stati di Eco (forse anche per questo egli riteneva che “‘Il nome della rosa’ è il mio peggior romanzo”) bensì di Ovidio Capitani (si legga per averne conferma “Medioevo passato prossimo” o i suoi contributi sulla riforma gregoriana) o di Arsenio Frugoni (sulla città medievale) o di Raoul Manselli (sul francescanesimo) o di Raffaello Morghen (sulla cristianità medievale). Anche sul linguaggio e sulla critica televisiva, nonostante i suoi contributi siano importanti, Eco non raggiunge le vette di chi ha veramente cambiato il modo di vedere la televisione in Italia: Beniamino Placido (la conferma nel libro “La televisione col cagnolino”, uscito nel 1991 per Il Mulino). Dunque, calma.

Giuseppe Di Leo

5-Al direttore - Bella prova di democrazia. Una legge approvata manu militari ricorrendo al voto di fiducia (menzione particolare alla quasi totalità dei parlamentari cattolici di governo, chapeau) senza neanche essere stata discussa in commissione. E, cosa ancor più urticante, in spregio alla sempre evocata società civile di cui però al dunque tutti se ne fottono assai se è vero, come è vero, che sul tema delle unioni civili il paese è spaccato in due (un sondaggio sul Corsera del 13 febbraio dava il 52 per cento a favore e il 44 per cento contro, non esattamente quella che si dice una maggioranza bulgara). Poi c’è la chiesa italiana, o meglio una parte di essa (di sicuro non il popolo del Family Day), che a quanto si è letto nei giorni scorsi avrebbe giudicato il testo poi approvato, epurato della stepchild adoption, un punto d’arrivo accettabile. Una scelta non solo discutibilissima in sé ma – quel che è peggio – con implicazioni dottrinali potenzialmente gravi. Perchè se tanto mi dà tanto, premesso che 1) due omosessuali che decidono di contrarre una unione civile lo fanno con l'assai probabile intenzione di consumare anche fisicamente la loro relazione, 2) il Catechismo della chiesa cattolica dice che “gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati” e “in nessun caso possono essere approvati”, è azzardato dire che il via libera alle unioni same-sex implica che gli atti omosessuali non sono più ritenuti peccato? (sempre che si possa ancora usare questo termine). Forse no. In caso contrario, ben lieti di tornare ad ascoltare qualcosa di cattolico. 

Luca Del Pozzo

6-Al direttore - Perché si arrivi a una vera integrazione dei mercati, della quale scrive un editorialino del Foglio del 26 febbraio, occorrono ancora le “benedizioni dall’alto” (in senso buono), dal momento che il pur importante progetto di fusione paritaria tra le due Borse, quella inglese e quella tedesca, riguarda una fondamentale infrastruttura che però, per dare la maggior parte dei suoi frutti, dovrà essere accompagnata dalla realizzazione dell’Unione dei mercati dei capitali, di cui tratta una proposta della Commissione Ue scadenzandola per il 2019. Qui, allora, si ritorna sullo stato attuale dell’Unione, sulla necessità che una tale integrazione riguardi anche l’armonizzazione del diritto societario e fallimentare nonché di aspetti rilevanti di quello fiscale. Condizioni di terzo tipo? Tuttavia, questa è la strada, se si vuole veramente non una cessione di sovranità, ma una condivisione della stessa, ben insegnandolo l’esperienza dell’Unione monetaria ed economica  con i problemi che ora emergono e lo stesso faticoso procedere dell’Unione bancaria, mentre il principale paese, la Germania, non mantiene fede all’atto iniziale opponendosi strenuamente all’assicurazione europea dei depositi e alla adeguata formazione del Fondo di risoluzione delle banche. Con i più cordiali saluti.

Angelo De Mattia

Al direttore - L’articolo uscito ieri sul Foglio a proposito di Poseidon, il presunto nuovo gasdotto che collegherebbe Italia e Russia, è basato su un presupposto erroneo. Il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi non era presente alla firma del memorandum of understanding tra Gazprom, Edison e la greca Depa. Non potrebbe quindi aver benedetto l’accordo per il semplice motivo che non conosce i termini dell’intesa. Si tratta di una vicenda che riguarda un’intesa preliminare tra imprese di cui il governo, ribadisco, ignora i contenuti. Peraltro, stando a quanto hanno comunicato al ministro Guidi l’amministratore delegato di Gazprom Alexey Miller nel corso di un incontro istituzionale con l’amministratore delegato dell’Eni Claudio Descalzi e, il giorno dopo, il numero uno di Edison Marc Benayoun, si tratta di uno studio di fattibilità che avrebbe per obiettivo quello di far rivivere un vecchio progetto di gasdotto tra Italia e Russia la cui sostenibilità, in un quadro energetico mondiale completamente mutato, è peraltro ancora tutta da dimostrare.

Il ministro, in attesa di conoscere i contenuti del memorandum, ha ribadito la posizione italiana che ogni tipo di accordo in materia di approvvigionamenti di fonti di energia strategiche, deve essere valutato nell’ambito delle norme europee che disciplinano queste materie.

Tutte le considerazioni sulle conseguenze o il significato di un evento che non si è mai verificato sono pertanto speculazioni giornalistiche prive di riscontro fattuale. 

Cordialmente

Enrico Romagna Manoja, portavoce del ministro Guidi

La presenza del ministro Guidi alla firma del memorandum era stata resa nota da numerose agenzie di stampa uscite nella giornata di mercoledì. Prendiamo atto della smentita successiva del ministero. Le analisi giornalistiche rimangono legittime, per quanto non condivise dal ministro o da uffici stampa governativi.

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