Lettere al Direttore Foglio 6.4..2016

Cattaneo contro i No Triv del centrodestra. Pm, politica, popolo. Non per dare consigli alla procura, ma in Islanda è pieno di idrocarburi

1-Al direttore - Non per dare consigli alla procura, ma in Islanda è pieno di idrocarburi.

Giuseppe De Filippi

2-Al direttore - Per una volta che il governo Renzi ci consente di votare direi di sfruttare questa opportunità ormai rara. Votare per vicende nazionali, si sa, è fatto inusuale di questi tempi governati da esecutivi che nessun italiano ha mai scelto. Ormai mancano pochi giorni al 17 aprile, giorno nel quale gli italiani saranno chiamati a votare sulla possibilità per le piattaforme estrattive operative entro le 12 miglia dalle nostre coste di poter continuare a estrarre gas e petrolio solo fino alla fine delle relative concessioni in atto oppure fino all’esaurimento dei giacimenti. Io credo fermamente che noi italiani liberali, moderati e di centro-destra dobbiamo affermare con forza il nostro “no” al quesito posto da questo referendum e sostenere le estrazioni e il loro futuro. Per prima cosa dobbiamo domandarci: non è proprio possibile pensare di estrarre petrolio e gas anche nel nostro paese nel pieno rispetto dell’ambiente e seguendo regole precise come fa tutto il mondo civilizzato, non siamo capaci di coniugare sviluppo industriale e sostenibilità ambientale? Chi dice che non si può in Italia costruire, gestire e infine dismettere strutture estrattive anche grandi e complesse senza inquinare l’ambiente o mettere a rischio la vita delle persone? Di certo al nostro paese non mancano le competenze nel campo energetico, come la storia di Eni per esempio, da Mattei in avanti, dimostra. E inoltre non si può dimenticare che l’ultimo incidente che si è verificato in Italia è del 1965!  Non possiami poi non citare la questione lavoro. Le attività estrattive in Italia offrono un’occupazione a oltre 10 mila persone, senza considerare l’indotto. Vogliamo davvero togliere lavoro, e quindi reddito, a tutte queste famiglie? Infine la questione energetica. Le trivellazioni, in particolare quelle entro le 12 miglia dalle coste italiane, estraggono il 10 per cento del gas metano che consumiamo. Perché dobbiamo chiudere questi impianti e comprare ancora altro gas dagli altri? Perché dobbiamo importare questo gas e questo petrolio con altre navi provenienti dall’estero e che mettono sì in pericolo il nostro ambiente in caso di incidenti come purtroppo avvenuto con la New Haven nel Mar Ligure nel 1991? Troppe volte la nostra Italia o non si è dotata di una politica energetica o lo ha fatto in maniera isterica, più sull’onda di emozioni sbagliate che non con la guida della razionalità dei numeri e delle evidenze. Votare “no” è in sintesi un fatto di buon senso, un fatto di orgoglio nazionale e un fatto economico. Ma non dobbiamo scegliere come strategia migliore per non far passare il referendum quella di non andare a votare e non far quindi raggiungere il quorum necessario. Non diamo la soddisfazione a chi non vuole lo sviluppo del nostro paese di poter dire il giorno dopo il voto che le estrazioni entro le 12 miglia continueranno solo perché gli italiani non sono andati a votare. Dimostriamo che la nostra opinione pubblica è davvero a favore del “no” e che è stanca di pensare all’Italia come l’unico paese al mondo che quando trova il petrolio o il gas invece che esultare si dispera. Scegliamo il “no” andando a votare. Sconfiggiamoli dentro le urne.

Alessandro Cattaneo, membro del Comitato di presidenza di Forza Italia e responsabile formazione del partito.

Merce rara, di questi tempi, qualcuno di Forza Italia (Cav. a parte) che valuti i contenuti nel merito e non solo in base a quello che dice Renzi. Ben detto, caro Cattaneo.

3-Al direttore - Non posso che condividere pienamente il suo editoriale di martedì. Voglio aggiungere che nel mio lavoro quotidiano mi occupo di politica energetica a livello internazionale, e noto una campagna internazionale concertata da parte di organizzazioni di ambientalisti e certi movimenti politici per demonizzare i combustibili fossili. Una campagna assurda votata al fallimento (a meno che non si voglia tutti tornare al lume di candela), ma che trova il suo riscontro in Italia in questi attacchi al petrolio nostrano.

Giacomo Valentini

Ha detto bene il vicepresidente del Csm Legnini qualche giorno fa su Repubblica: “L’attività legislativa è circondata da precise garanzie costituzionali dettate nell’esclusivo interesse dei cittadini. E sono certo che tutti i magistrati le abbiano ben presenti”. Tradotto: attenzione, cari colleghi magistrati, a non trasformare i capi di imputazione in strumenti indiretti per contrastare ideologicamente decisioni politiche votate da un’assemblea eletta dal popolo.

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