L'ULTIMO BACIO - DALLA LINGUA DELLA GATTAMORTA

AL MULINELLO DISPERATO: IL MONDO E’ PIENO DI CATTIVI BACIATORI

27 SET 2017 18:13 su www.dagospia.com

NESSUN EGO È COSÌ SALDO DA RIUSCIRE A SOPPORTARE LA VERITÀ SULL’INCAPACITÀ DI BACIARE - LE TRE CATEGORIE DA CUI GIRARE ALLA LARGA

Annalena Benini per “il Foglio”

Il bacio della gattamorta offre la stessa sensazione tattile (ed erotica) di un gatto che beve l’acqua dalla sua ciotola. Il mulinello disperato regala la sensazione che quello sia l’ultimo bacio della storia del mondo - Il bacio esangue porta con sé l’immagine di un paio di pantofole accanto al letto. Così molti, confortati dal presagio, diranno: che bacio fantastico, ti amo da pazzi...

Non è sempre come nei film, o nelle canzoni. Non è sempre come nel bacio di Rodin, o come nel carme di Catullo, in cui non bastano mille baci e nemmeno altri cento. Succede di pregare perché quel bacio finisca in fretta, prima della morte per asfissia, e che quelle ventose a forma di labbra si stacchino per sempre dalla nostra bocca, che il proprietario delle ventose sparisca, o faccia almeno un corso serale di baci. Succede di avere a che fare, racconta anche il Guardian, con pessimi baciatori. “Le sue labbra sono increspate, non morbide, la sua lingua si protende dentro e fuori e il suo naso mi scava la faccia”.

Avevamo immaginato di meglio, avevamo sperato in un incontro perfetto di anime, e adesso ci ritroviamo su una guancia questo naso che sfrega, magari perfino gli occhi sbarrati a pochi centimetri (effetto Polifemo), e un certo pesante ansimare che distrugge in partenza i sogni sulla fusione dei corpi. Il problema è che, dopo i quattordici anni, nessun ego è così saldo da riuscire a sopportare la verità sull’incapacità di baciare.

Il Guardian suggerisce, in questi casi drammatici e diffusi, di simulare allegria e dare piccoli consigli (ad esempio: prova a rilassare un po’ le labbra; oppure, ancora più imbarazzante: potresti muovere la lingua più lentamente?), ma è un gesto che richiede molto coraggio e pochissimo senso del pudore, e soprattutto la strenua convinzione che in quel bacio ci sia un margine di miglioramento, e che, nonostante la mortificazione, valga la pena continuare.

Ci sono però categorie di cattivi baci (in cui non riconosciamo mai i nostri) che vengono utilizzate come causa d’impossibilità di una vita insieme, o come valida ragione per dirsi addio (la motivazione pietosa sarà quasi sempre: mi sto innamorando troppo di te, è meglio se non ci vediamo più).

Le categorie principali, su cui si basano intere serate di discussione, e che mettono in gioco i destini dell’umanità, sono: il bacio felino, il mulinello disperato, e il bacio esangue. Il bacio felino, spesso femminile, anche detto bacio della gattamorta, offre la stessa sensazione tattile (ed erotica, secondo chi l’ha provato) di un gatto che beve l’acqua dalla sua ciotola.

Il mulinello disperato fa più paura, perché regala la spaventosa sensazione che il baciatore o la baciatrice pensino che quello sia l’ultimo bacio della storia del mondo, e vogliono metterci tutta l’intensità e il vigore possibili, farsi ricordare, convincere il baciato che deve restare lì a subire il mulinello anche durante la pioggia di pietre che seguirà. Il mulinello disperato manda un messaggio chiaro: baciami, non lasciarmi.

Il bacio esangue, invece, è semplicemente privo di vita, le labbra sono fredde, secche, immobili, e portano con sé l’immagine di un paio di pantofole accanto al letto. Così molti, già confortati dal presagio, diranno: che bacio fantastico, ti amo da pazzi.

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