Agrumi, lievito, merendine. Tutti i falsi miti della tavola

Una ricerca svela i bluff sull'alimentazione che circolano in rete. E che condizionano in maniera irragionevole i nostri consumi

Andrea Cuomo - Ven, 11/09/2015 - 08:26  Il Giornale

La bufala è servita. Prevalentemente alla tevola del web. Non c'è nulla come la rete - democratica e caotica - per propalare notizie senza credito e alimentare così falsi miti.

Anche e soprattutto in campo alimentare.

Del fenomeno si è occupato la Doxa con un sondaggio commissionato da Aidepi, la Confindustria del dolce e della pasta italiana. Le imprese, stanche di vedere diffuse notizie allarmistiche sui cibi da loro prodotti, hanno lanciato l'operazione FalsiMiti, scoprendo intanto che internet è la seconda fonte di informazione per attendibilità secondo gli Italiani (40 per cento), dietro soltanto - e ci mancherebbe, aggiungiamo noi - al parere del proprio medico (55 per cento) ma ben davanti ai consigli di amici ed esperti (25), alle trasmissioni televisive su cibo e medicina (22) e alla stampa specializzata (22). Dati che ingigantiscono tra i cosiddetti «Millennials», ovvero gli «under 30». Per loro, nativi digitali o quasi, le informazioni acquisite attraverso facebook, youtube, twitter o sui blog contano di più del parere dei medici: il 61 per cento trova infatti affidabili i consigli «social» rispetto all'indice di credibilità del 52 per cento dei camici bianchi.

Inutile dire che la conseguenza è il diffondersi di «bufale» che condizionano pesantemente le nostre scelte alimentari e i nostri consumi, generalmente all'insegna di quell'allarmismo che spesso sfocia nel complottismo tipico di un intero filone della comunicazione 2.0. Così un gruppo di blogger ha setacciato la rete selezionando i nove falsi miti alimentari reperibili e la Doxa ha sottoposto queste bufale a un campione di italiani, creando una classifica della «verosimiglianza» di notizie la cui veridicità è stata poi affidata a un pool di medici e nutrizionisti.

Ed eccole, le bufale o quanto meno le notizie ingigantite. La più «solida» è quella secondo cui mangiare agrumi aiuta a combattere il raffreddore. Se hai avuto una mamma che per convincerti a mangiare un'arancia ti ha detto che avresti fatto evitato di ammalarti (e tu che invece speravi di saltare la scuola per qualche giorno grazie a qualche starnuto strategico) ebbene ecco la rivincita: non è affatto vero. «Da circa 60 anni si discute molto dell'effetto preventivo e/o terapeutico dell'acido ascorbico, ovvero la vitamina C su raffreddore e influenza - dice Michelangelo Giampietro, specialista in Scienza dell'alimentazione e in Medicina dello sport -. Tuttavia a oggi non è mai emerso nulla, a livello di evidenze scientifiche, che possa sostenere un legame di causa-effetto conclusivo». Eppure il 79 per cento degli Italiani continua a pensarlo: meglio per i produttori di agrumi.

Male invece per i produttori di merendine. Spesso online viene citato come additivo tossico l'E330 contenuto in molti «spezzafame», che il 73 per cento degli Italiani vede come un nemico pubblico. Ma è un allarme del tutto falso: si tratta di semplice acito citrico contenuto in molti frutti. E comunque, spiega Franco Antoniazzi, tecnologo alimentare dell'Università di Pisa, «per ogni additivo c'è stato un'approvazione dell'Efsa, l'organo europeo incaricato di verificare eventuali problematiche tossicologiche. E l'eliminazione di tutti gli additivi non è consigliabile». Altri falsi miti? Che l'ananas bruci i grassi, che lo zucchero faccia male in particolare ai bambini, che i grassi vadano del tutto eliminati, che eliminare il glutine faccia dimagrire, che i carboidrati facciano ingrassare, che il lievito fa male e che ogni tanto colazione e merenda vadano saltati. Ma forse sarebbe meglio saltare qualche sito di controinformazione.

Categoria Ambiente

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