Servirebbe un gay pride speciale contro gli orrori dell’islamicamente corretto

combattere alla radice il fondamentalismo di matrice islamica non è mettere tra parentesi la parola islamico accanto alla parola terrorista?

di Claudio Cerasa | 14 Giugno 2016 ore 06:08 Foglio

COMMENTA 2 |   | 

Non sappiamo quando ma prima o poi arriverà il momento in cui tutto il mondo progressista si sveglierà e capirà che l’unica battaglia possibile per combattere alla radice il fondamentalismo di matrice islamica non è mettere tra parentesi la parola islamico accanto alla parola terrorista – il terrorista è sempre un terrorista senza aggettivo, lo Stato islamico è sempre uno stato senza aggettivo, gli attentati sono sempre escogitati da persone instabili che agiscono sulla base di proprie convinzioni personali e non sulla base dell’interpretazione estrema di un testo sacro chiamato Corano – ma è chiamare le cose con il loro nome, è guardare in faccia la realtà ed è denunciare l’obbrobrio autolesionista e negazionista dell’islamicamente corretto.

ARTICOLI CORRELATI  Chiamare le cose con il proprio nome: la strage di Orlando è terrorismo islamico  Chiamare l’islam in armi per ciò che è  Così Facebook e Reddit censurano la matrice islamica della strage di Orlando  Il relativismo morale su Orlando. Orrore  La campagna elettorale a Orlando  La strage di Orlando ricorda l'incendio del Parlamento tedesco del 1933

La rivendicazione dello Stato islamico per la carneficina di Orlando c’entra fino a un certo punto. Il problema è più grande e riguarda l’incapacità del progressista collettivo nel capire che l’islamicamente corretto non è solo patetico ma, come ha ricordato qualche settimana fa sul Corriere Angelo Panebianco, è anche pericoloso: fornisce alibi quando non se ne dovrebbero fornire e non aiuta le comunità musulmane a fare esplodere al loro interno il confronto fra le loro diverse componenti. Il ragionamento vale per attentati come quello della Florida ma vale per tutto il resto e vale per tutte le forme di violenza commesse in nome di una religione interpretata in modo fondamentalista. Gli atti di terrorismo compiuti dagli estremisti islamici non possono essere considerati sempre come dei gesti isolati ispirati dalla mente di un pazzo omicida ma devono spesso essere considerati per quello che sono: degli atti che riflettono anche alcuni princìpi che si trovano nel Corano. Aver paura di una certa interpretazione dell’islam non equivale a detestare l’islam (il Corano, come si sa, è eterogeneo e tra le sacre scritture si trovano testi che dicono alcune cose e testi che qualche versetto dopo dicono il contrario di queste stesse cose) ma equivale a ricordare qualcosa di più delicato e di più complesso. Equivale a denunciare che per ogni vignettista ucciso dagli islamisti a Parigi (i miscredenti vanno colpiti “tra capo e collo”, Corano, VIII, 2); per ogni gay ucciso dagli islamisti a Orlando (“L’omosessuale è la figura del trasgressore”, Corano, VII, 81); per ogni ebreo ucciso in un supermercato kosher di Parigi (“Tutti gli ebrei che vi capitano tra le mani, uccideteli”, Sirah, II, 58-60); per ogni donna yazida venduta come schiava dai fondamentalisti dell’Isis (“Le vostre donne sono come un campo per voi, venite dunque al vostro campo a vostro piacere”, Corano, II, 223) c’è dell’altro. C’è un paese non governato dai terroristi dell’Isis in cui si auspica la rieducazione dei gay a colpi di impiccagione (Iran), in cui i leader dell’opposizione entrano ed escono dal carcere con l’accusa di “sodomia” (Anwar Ibrahim in Malesia), in cui i ministri chiamano “malati” gli omosessuali (Aliye Kavaf, ex ministro degli Affari femminili in Turchia) e in cui si considerano “eroi” (Hamas) terroristi che si fanno saltare in un centro commerciale di Tel Aviv.

Nel suo bellissimo libro intitolato “Pensare l’islam”, il filosofo francese Michel Onfray, da posizioni progressiste, ricorda alla sinistra che la difesa del multiculturalismo non vale meno della difesa dei diritti delle donne, della libertà di pensiero, della libertà di espressione e delle libertà individuali. Appiccicarsi in queste ore sul petto spillette con i colori dell’arcobaleno è certamente un bel gesto. Ma è un gesto che finisce lì se non si riconosce che “no doctrine is more violent to the gay community than Islamic doctrine” (Ayaan Hirsi Ali) e se non si deciderà, facendo propria la lezione di Onfray, di marciare tutti in piazza organizzando uno speciale gay pride per denunciare una volta per tutte i danni e gli orrori dell’islamicamente corretto e non coprirsi gli occhi con una spilletta colorata.

Categoria Italia

Commenti

Fabrizia Lucato • un'ora fa

Scusate, credo di soffrire di allucinazioni. Mi sembrava proprio di avere letto di una autorità religiosa ( o politica? o militare? ma c'è una differenza? ) musulmana che incitava tutti i musulmani del mondo a uccidere gli infedeli a coltellate, buttandoli giù dai ponti, investendoli con le macchine, ovunque si trovassero. Mi sta benissimo chiedere che si limiti la vendita di armi negli USA, che si accusino gli omofobi e i lupi solitari...Ma dire che esiste un problemino nel rapporto tra Islam e violenza, si può? Com'è che improvvisamente abbiamo imparato tutti a dire " Dio è grande" in arabo? Forse perché abbiamo tutti visto video su video di sgozzamenti, lapidazioni e ammazzamenti vari con quella colonna sonora? Per tornare alle mie allucinazioni. A giudicare dai commenti dei media internazionali, dopo Orlando e dopo Parigi stanotte, l'slam non c'entra niente. Allucinazioni, appunto. Mie?

2  • Rispondi•Condividi ›

Avatar

franco bolsi  Fabrizia Lucato • 32 minuti fa

Cara amica sei affetta da allucinazioni. Lo sono anch’io. Le (sub) elite che governano ogni paese d’Europa e gli Stati Uniti, hanno la

sindrome di Peter Pan, cercano “l’isola che non c’è”, meglio l’islam che non c’è. (sub) elite intimamente connesse con gli apparati economici che non possono per loro natura discriminare nessuno. Se vuoi vendere qualunque cosa nel loro mondo devi considerarli come gli altri. Immagina una pubblicità della BMW in Qatar realmente corretta. “Non gridare Allah akbar”, guida una BMW e vai nel deserto con la tua ragazza… ci siamo capiti. Quante ne venderebbero? Queste

(sub) elite trattano i nuovi barbari come fossero uguali a noi. Ciò li induce a comperare giornali e TV, spargendo loto a piene mani. In questo sono alleati della sinistra anche quella più illuminata, così si dice. Poi il vaticano irenista. Qualche giorno fa sono arrivati mille neri musulmani (più tutti gli altri) nella mia città. Diversi verranno “coccolati” in piccoli paesi alterando la “fauna” locale. Conosco un amico che abita in uno di questi paesi. Sono disperati perché arrivano a trenta, quaranta alla volta, ormai da oltre due anni. Hanno cambiato il loro modo vivere. Sono degli allucinati, però per saperne di più questi illuminati che ci guidano verso un sol dell’avvenire radioso #Lochiedanoaloro,

come si sentono. Ps Per me Catone resta la stella polare: Islam delenda est. Ti saluto.

 • Rispondi•Condividi ›

Avatar

Mario Mauro  Fabrizia Lucato • un'ora fa

L'islam è un "compagno che sbaglia".

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata