Papa Francesco, il genocidio in Ruwanda e i massacri nel Kivu

Lunedì 20 marzo il presidente del Ruanda, Paul Kagame, è stato ricevuto in Vaticano in occasione di una visita ufficiale

Posted By Francesco Cecchini on Mar 22, 2017

Lo scorso novembre 2016, la Chiesa ruandese ha formalmente chiesto perdono per il ruolo svolto da alcuni cattolici nel genocidio. Nel 1994 si consumò quello che fu il più grande massacro dalla fine della seconda guerra mondiale. Il genocidio avvenne sotto gli occhi delle potenze occidentali che non intervennero se non per portare via gli occidentali presenti nel Ruanda al momento dell’eccidio. Questo genocidio che si attuò fra l’aprile e il luglio del 1994, è stato il palese risultato delle politiche coloniali e post coloniali, quanto meno irresponsabili e sconsiderate, che si sono intrecciate con il retaggio storico africano. Quello del Ruanda fu un genocidio diverso che vide il massacro nell’arco di poco tempo, soli cento giorni, di un numero spropositato di persone, i Tutsi. Vennero massacrate sistematicamente a colpi di armi da fuoco, ma soprattutto con machete e bastoni chiodati, non meno di 800 mila vittime, uomini ,donne e bambini.

La Chiesa non ha finora riconosciuto la propria  responsabilità  per il genocidio, solo quello di individui. La visita di Kagame in Vaticano è stata l’occasione per la Chiesa di papa Francesco per fare una vera e propria autocritica per il proprio ruolo nel genocidio.

Attraverso un comunicato emesso dalla Santa Sede, il Papa ha offerto il perdono per il ruolo della Chiesa. Papa Francesco si è scusato  per “i peccati e i fallimenti della Chiesa cattolica e dei suoi membri” durante il genocidio che ha sconvolto il Ruanda nel 1994. Il Papa ricevendo il Presidente del Ruanda, Paul Kagame,  ha espresso la speranza che le sue parole aiuteranno il paese africano riprendersi dal flagello di cui è stao vittima. Il Papa ha accettato che alcuni sacerdoti e suore cattoliche in Ruanda in quel momento “ha dato prova di odio e di violenza, tradendo la sua missione evangelica.”             Nel comunicato emesso dalla Santa Sede, il papa ha affermato: “Vorrei che questo umile riconoscimento dei guasti in quel periodo, che purtroppo appannato l’immagine della Chiesa, possa contribuire ad una purificazione della memoria e promuovere, con speranza e rinnovata fiducia, un futuro di pace”.

Papa Francesco avrà parlato con Kagame di quello che il Ruanda ha combinato in Congo qualche anno fa?

Un rapporto delle Nazioni Unite di 545 pagine  confermò che i crimini del Ruanda nel Kivu, Congo, tra il marzo 1993 e giugno 2003,  possono essere definiti un genocidio, poiché le forze di Paul Kagame hanno assassinato vecchi, bambini e donne hutu, indipendentemente dalla nazionalità di appartenenza.

Comunque i massacri nel Kivu continuano. Secondo l’agenzia Fides, organo di informazione delle pontificie opere missionarie, tra l’ottobre del 2014 e il maggio del 2016 sono state oltre 1.100 le persone uccise nei territori di Beni, Lubero e Rutshuru situati nel Nord Kivu. Ai morti si sommano quasi 1.500 persone rapite. Quasi 35mila famiglie sono state costrette a lasciare le loro abitazioni, mentre sono centinaia i casi di violenze sessuali su donne e minori.

Questi masscri sono anche l’ eredità diretta dell’azione passata del Ruanda nel Kivu.

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