Onu, nessuno, centomila Gli ipocriti aiuti umanitari che con una mano sfamano i palestinesi e con l’altra armano Hamas

Chi finanzia la cooperazione internazionale in Medio Oriente accetta implicitamente che una parte dei fondi possa essere utilizzata per atti di violenza contro gli ebrei.

31.1.2024 Iuri Maria Prado,linkiesta.it lettura2’

Le Nazioni Unite dovrebbero impedire questo fenomeno, invece di minimizzarlo o peggio nasconderlo

Sanno tutti, hanno sempre saputo tutti, che il fiume di miliardi che va a ingolfarsi nei protettorati mediorientali della cooperazione internazionale serve anche (non solo, certo, ma anche) al finanziamento della milizia terroristica che uccide gli ebrei. Ovviamente non vuol dire – o non sempre, o non necessariamente – che i finanziatori internazionali elargiscono quel denaro affinché i percettori uccidano gli ebrei: vuol dire che quei finanziatori sanno, e hanno sempre saputo, tutti, tranne forse la Bella Addormentata S.p.A., che i loro soldi sono usati anche per uccidere gli ebrei e da parte di chi li uccide rivendicando il diritto di ucciderli.

Poiché la situazione dei palestinesi è tragica e miserrime sono le condizioni di vita che essi sopportano (specie perché tutti quei soldi sono in buona parte amministrati e inguattati da capibastone e dirigenze corrotte), si accetta, girando la faccia verso altrove, che il pane dato a una famiglia indigente valga bene il rischio, cioè la certezza, che mammà metta a tavola anche per il babbo o il fratellone che si rifocillano dopo aver scannato un ebreo.

Si può anche decidere (e di fatto è questo che si decide) che in quel mare di aiuti sguazzi per forza di cose anche l’esercito di tagliagole che ha dato tanta prova di sé il 7 ottobre. Ma almeno che non ci si nasconda dietro a un dito: i soldi destinati laggiù hanno fatto adulte le mani che impugnavano i coltelli che quel giorno sgozzavano uno a uno gli ebrei prelevati dalle loro case; le risorse devolute alla sofferenza del popolo oppresso nutrono lo sperma degli stupratori che ingravidano le donne ebree fatte prigioniere; le provvidenze umanitarie hanno tenuto in carica i cellulari con i quali i combattenti per la libertà, invitati a resistere da qualche consulente Onu, comunicavano agli orgogliosi familiari le quantità di ebrei che erano riusciti a fare a pezzi.

E infine. Quando (pur giustamente) reclamano che Israele stesso si adoperi affinché non si interrompa il flusso degli aiuti, valutino, questi finti tonti, che l’acqua deve bensì essere in ogni caso assicurata: solo che essa, mentre rinfranca le donne e i vecchi e i bambini, disidrata la gola e tiene sciolta la voce di quello che grida il nome di dio mentre sfonda a zappate il cranio di un ebreo.

Tengano conto, questi ipocriti, che l’energia elettrica di cui lamentano la penuria serve, e deve essere assicurata, per tenere in funzione i frigoriferi degli ospedali: ma è la stessa che alimenta quelli in cui i terroristi conservano le teste degli ebrei decapitati. Ci pensino, quando strillano come oche spennate perché si attenta al diritto acquisito del personale dell’Unwra di chattare che il 7 ottobre è stato una benedizione.

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