Yemen, si intensificano i bombardamenti sauditi. Caccia ai leader dei ribelli sciiti

A 36 ore dall’inizio dell’intervento militare saudita in Yemen, Riad estende gli attacchi, posiziona la Marina nello Stretto di Bab el-Mandeb e dà la caccia ai capi dei ribelli houthi

27/03/2015 MAURIZIO MOLINARI CORRISPONDENTE DA GERUSALEMME, La Stampa

L’estensione degli attacchi mira a completare la distruzione delle difese anti-aeree e colpire i reparti yemeniti fedeli all’ex presidente Ali Abdullah Saleh, alleato degli houthi. 

Secondo un primo bilancio, le difese anti-aeree sarebbero state neutralizzate al 40 per cento e almeno 80 soldati yemeniti sarebbero stati uccisi. Ma ciò che più conta, nelle operazioni militari, è il posizionamento di navi da guerra saudite ed egiziane negli Stretti di Bab el-Mandeb al duplice scopo di tenere aperta la navigazione verso il Canale di Suez e preparare un possibile sbarco di truppe di terra ad Aden. Proprio in questa città portuale del Sud il deposto presidente Abdel Rabbo Mansour Hadi si era rifugiato prima di abbandonare il Paese incalzato dai ribelli. 

L’impressione è che Riad e Il Cairo puntino a trasformare Aden nella testa di ponte della “liberazione” dello Yemen dai ribelli houthi, accusati di essere foraggiati da Teheran. In tale cornice i jet sauditi - affiancati da aerei di almeno altri dieci Paesi arabi - danno la caccia ai leader houthi puntando a decapitarne la struttura di comando. 

Abdulkhaliq al-Houthi, Yousuf al-Madani e Yousuf al-Fishi sarebbero già stati eliminati mentre il leader più popolare e volto della rivolta, Abdulmalik al-Huthi, è riuscito al momento a mettersi al sicuro. Intanto Mansour Hadi ha fatto sapere che dall’Arabia Saudita si trasferirà al Cairo. A Sanaa invece si è svolta una manifestazione di piazza da parte di civili e militari houthi per denunciare i bombardamenti che avrebbero già causato una ventina di vittime civili.

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