La buona scuola di Angela Merkel elimina il posto fisso dei professori

Obiettivi: rendere competitiva l'offerta formativa dei professori;

 di Edoardo Narduzzi Italia Oggi 22.9.2015

Lo spread riformista con la Germania resta molto elevato. Il governo, magari meno in profondità di quanto dovrebbe, sta provando a riformare alcuni servizi importanti per la competitività e il pil dell'Italia, quali la scuola e i beni culturali. Ma le resistenze di un sindacato, abituato a decenni di vita da casta distaccata con doppie pensioni e tanti Caaf e patronati, mantenuti dalle tasse altrui, con i quali fare fatturati e profitti, sono distanti anni luce dalle condotte dei paesi tripla A dell'eurozona.

La riforma della scuola tedesca lo dimostra nella maniera più palese e quasi senza alcuna necessità di commento. La cancelliera Angela Merkel, sostenuta anche dai socialdemocratici che fanno parte del suo governo, ha voluto riformare in profondità i meccanismi contrattuali della scuola tedesca. Obiettivi: rendere competitiva l'offerta formativa dei professori; guadagnare flessibilità organizzativa nella gestione; attuare una spending review in favore dei contribuenti tedeschi e a svantaggio di alcuni privilegi esclusivi dei docenti. Il risultato è che con l'anno scolastico appena iniziato nessun professore tedesco della scuola primaria o secondaria, assunto per la prima volta dallo stato germanico, avrà più la cattedra a vita. Contratto della durata di un solo anno che dovrà essere riconfermato, sulla base della performance del docente e dei bisogni formativi, di anno in anno. Se il professore fa troppe assenze ingiustificate, non dimostra di aggiornarsi, non riceve una buona valutazione dall'istituto nel quale ha insegnato nell'ultimo anno, allora rischia il posto di lavoro. Il professore tedesco post riforma Merkel deve essere produttivo e di qualità, perché la scuola è un investimento pubblico per creare ottimi studenti, non per mantenere senza rischi di licenziamento centinaia di migliaia di docenti sindacalizzati. Susanna Camusso e tutta la Triplice sindacale italiana non è neppure in grado di immaginare queste riforme. La Merkel, poi, per dare un segnale inequivocabile in termini di spending review, ha voluto anche introdurre una riforma che nell'Italia contemporanea sarebbe un miraggio: riconoscere contrattualmente solo 11 mensilità e non più 12 ai docenti tedeschi. Ad agosto i docenti neoreclutati non riceveranno alcuno stipendio dallo Stato: hanno più ferie degli altri lavoratori e il mese aggiuntivo di ferie con le scuole chiuse non gli verrà più pagato.

Avete visto scioperi o proteste di piazza in Germania contro la riforma Merkel? Ovvio che no perché qualunque genitore o cittadino tedesco sa che la riforma va nella direzione giusta. Nessun lavoratore può oggi beneficiare di cattedre a vita e di posti intoccabili, pena la competitività del sistema.

Categoria Estro

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