Il rublo crolla e le sanzioni economiche sono al capolinea

Eppure la situazione politica di Vladimir Putin è tutt'altro che negativa

 di Edoardo Narduzzi Italia Oggi 19.1.2016

Nell'economia e nella finanza multipolare contemporanea elaborare strategie di business è diventato tutt'altro che facile. Fino a qualche anno fa tutto era banale: una buona relazione con l'amministrazione Usa e l'analisi delle possibili mosse di Washington garantivano una elevata probabilità di successo di ogni strategia di investimento. Ma oggi, dove perfino le decisioni unilaterali dell'Arabia Saudita sono in grado di far crollare il prezzo del barile dell'80% in pochi mesi, tutto è cambiato. Le relazioni tra i paesi che impattano sulla globalizzazione si sono fatte più dinamiche e complesse e dare una logica di business all'insieme è diventato molto meno agevole.

Si prenda il caso della Russia. Il crollo del rublo, innescato dal forte deprezzamento del prezzo del greggio, dovrebbe indurre a pensare che i vertici politici di Mosca sono sempre più schiacciati in un angolo e con ridotte possibilità di manovra. Il paese soffre da oltre un anno delle sanzioni economiche decise dalla comunità internazionale dopo la vicenda della Crimea e l'inflazione interna è al 13%. In alcune aree più interne del paese i generi alimentari iniziano a scarseggiare e, se si esclude Mosca dove ogni bene è acquistabile, nel resto del paese i segni della crisi si vedono.

Eppure la situazione politica di Vladimir Putin è tutt'altro che negativa. L'accordo sul nucleare iraniano è una vittoria per i russi, da sempre alleati del regime sciita di Teheran; la guerra al Daesh con le truppe russe sul campo in Siria serve agli occidentali che altrimenti non avrebbero nessuna capacità di impedire la presa di Damasco da parte dei tagliagole sunniti; il fragile equilibrio in Ucraina dipende quasi solo da Mosca che potrebbe tranquillamente giocare alla «guerra di trincea» nell'Est del paese.

Ecco spiegato perché nei prossimi mesi Putin sarà nella condizione di chiudere il capitolo sanzioni economiche contro la Russia. Prima ci sarà l'accordo con la Cancelliera tedesca, Angela Merkel, per la quale avere stabilità ad Est e relazioni tranquille con il principale fornitore energetico della Germania è ora fondamentale, perché Berlino è in piena occupazione e deve gestire i tanti capitoli europei aperti dalla germanizzazione strisciante dell'eurozona. Poi, Putin troverà modo di accordarsi anche con Barack Obama che ha bisogno del supporto russo in un mondo multipolare per gestire vari dossier scottanti: Asia centrale, Medio Oriente, Africa colpita da Boko Haram, coordinamento delle intelligence contro il terrorismo.

Ecco spiegato perché entro giugno le sanzioni alla Russia saranno rimosse e perché nuovi accordi regoleranno le relazioni tra Germania, Russia e Usa.

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata