I programmi dei partiti trascurano i tagli alla spesa

Strana storia quella della spending review. Che, dopo un 2012 da protagonista

indiscussa della cronaca politica insieme all'Imu, si prepara a vivere un 2013 da comprimaria. Almeno a giudicare dall'esame incrociato dei programmi per le elezioni del 24 e 25 febbraio. Quasi a marcare una discontinuità con l'esecutivo dei tecnici, Pd e Pdl preferiscono infatti optare per formule più neutre come «riqualificazione» o «riduzione» della spesa pubblica.

Ignorata anche da Rivoluzione civile e dal Movimento 5 stelle, la spending review fa invece capolino nell'Agenda Monti e nelle 10 proposte per la crescita di Fare per fermare il declino. Con modalità diverse: nel primo caso viene solo citata; nel secondo è accompagnata da un piano per risparmiare 6 punti di Pil in cinque anni. La Carta d'intenti sottoscritta da Pd e Sel si limita a garantire che si proseguirà nella riqualificazione della spesa. Grazie innanzitutto all'introduzione di un piano industriale per ogni pubblica amministrazione che sia capace di coniugare «efficienza e risparmio». All'interno delle uscite correnti – è la linea dei democratici – bisognerà trovare le risorse per dare di più ai settori che in questi anni hanno ricevuto di meno. A cominciare dalla scuola e dall'università.

Anche il Pdl preferisce non citare espressamente la spending review. E opta per un piano di riduzione della spesa decisamente ambizioso: 16 miliardi l'anno......

L'analisi delle proposte delle varie coalizioni

di Eugenio Bruno - Il Sole 24 Ore - leggi su http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-01-18/programmi-trascurano-spending-074823.shtml?uuid=AbLcPVLH

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