Giudici

…. “Per indignarsi ci sono sempre ragioni sufficienti. Soprattutto

ragioni morali, o meglio di immoralità pubblica. Ci si indigna contro il ceto politico perché gode di privilegi che non merita, perché non sa governare o lo fa a proprio vantaggio. Ci si indigna per le disuguaglianze sociali, soprattutto quando crescono. Ci si indigna quando ci vengono chiesti sacrifici da uno stato che comunemente ci ignora e ci vessa con una burocrazia inefficiente, con leggi o mal concepite o male applicate e normative incomprensibili.

I sentimenti sociali, fra cui l’indignazione, nascono per lo più dal senso di giustizia. E la certezza di subire ingiustizie umilianti scatena sempre reazioni furiose, sia motivate che cieche. In un paese come l’Italia, in cui il cittadino continua a essere trattato come un suddito da uno stato che si definisce democratico, ed è imbrogliato e tradito anche per decenni interi dai partiti politici, che cosa avviene? Avviene che ci si aspetti giustizia dai giudici, dai magistrati: non dal Parlamento e dal governo ma da chi deve applicare le leggi, deve processare, condannare e punire.” Belardinelli

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