Il diritto al matrimonio gay

L’armonia relativista, così Bruxelles impone le unioni omosessuali.

La chiamano “armonizzazione”. In pratica significa imporre una legislazione pro gay agli stati europei. Il Parlamento europeo voterà il “Report sui diritti civili, commerciali e familiari” per implementare il programma di Stoccolma, firmato dagli stati dell’Unione europea. Fra i tanti punti contenuti nel report se ne nasconde uno particolare. Il paragrafo 40 prevede che ogni documento civile, incluso quello del matrimonio, riconosciuto nello stato di appartenenza dovrà essere valido anche in tutti gli altri stati (ne ha già parlato il Foglio dello scorso 8 febbraio). Il report introdurrebbe in tutti gli stati il riconoscimento di unioni civili e matrimonio omosessuale, in barba alle costituzioni dei singoli paesi. Secondo il nuovo report europeo, i governi del Vecchio continente non devono dare “definizioni restrittive di famiglia” allo scopo di negare protezione alle coppie omosessuali. Eccola la “Costituzione materiale” dell’Unione europea, che si sta imponendo a colpi di protocolli e sentenze della magistratura contro la Costituzione, quella scritta, che è stata bocciata per ben due volte da referendum popolari. Nonostante il fatto che l’Unione abbia competenza esclusiva sull’unione doganale o la politica monetaria, fra le altre, da anni ormai Bruxelles vuole imporsi anche ideologicamente sugli stati membri. Ne è un caso l’aborto.

L’Irlanda si è sempre opposta con vigore all’aborto e ha anche accordato una protezione costituzionale alla vita del nascituro, identica a quella della madre. Da mesi il Consiglio d’Europa è al centro di una campagna per imporre “dall’alto” l’aborto a un popolo che l’ha rifiutato “dal basso” tre volte con i referendum del 1983, 1992 e 2002. Domani i paesi che ancora non contemplano leggi gay friendly nella propria Costituzione scritta saranno ricattati da Bruxelles per imporre quella scialba materiale. C’è un precedente giuridico. Nel 2006 il Parlamento europeo ha votato una risoluzione che considera il matrimonio gay un “diritto fondamentale”. In contraddizione con l’articolo dodici della Convenzione europea dei diritti umani, che considera il diritto di sposarsi solo a “uomini e donne”. Questa imposizione dall’alto del matrimonio gay sembra il canto del cigno di una Europa entrata da tempo nel più profondo inverno demografico. Quotidiano 13/2

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