Un futuro farsesco per la Fiom

Amore tra il sindacato sorelliano e Grillo.

Dopo reciproche dichiarazioni di simpatia fra Beppe Grillo e Maurizio Ladini, segretario della Fiom, mercoledì si è svolto un incontro fra quest’ultimo e il gruppo di onorevoli-cittadini a 5 stelle, alla presenza della cittadina-onorevole Roberta Lombardi, capogruppo alla Camera del movimento, e dei suoi deputati, aspiranti membri della commissione Lavoro. Il resoconto dell’evento “quasi amore a prima vista” è stato pubblicato ieri dal Fatto quotidiano (si attende il video online). Landini agli M5s, oltre a un dossier col programma (già esposto a Sel e Pd), ha presentato anche un fascicolo per spiegare che cosa è la Fiom, come fa un promotore finanziario per cercare di convincere i possibili clienti. La Fiom di Landini si distingue dalla Cgil, di cui peraltro è la maggior componente operaia, come sindacato movimentista, sorelliano, che crede essenzialmente nella contestazione (finendo così per avallare manifestazioni violente come quelle dei No Tav) e nello sciopero generale come metodo permanente di lotta. La Cgil preferisce invece i grandi raduni nel fine settimana e i patti neocorporativi con Confindustria e i partiti di sinistra.

Il programma grillino per il lavoro va dal reddito di cittadinanza all’abrogazione della legge Biagi, passando per la contestazione dei contratti aziendali e degli accordi per lo sviluppo della produttività, fino all’economia verde e alla lotta contro chi pone il pil al centro della politica economica. Come ciò si concili con la concessione del reddito di cittadinanza è un mistero. E lo è anche la soluzione di Grillo per creare occupazione, in alternativa alla legge Biagi e ai contratti rivolti a incrementare la produttività. Con le visite al partito di Grillo (che diceva “il sindacato è morto”), Landini conduce il sindacato metalmeccanico dal suo passato di lotta a un futuro di farsa. Nel frattempo la Cgil si crogiola nell’abbraccio corporativo con Confindustria accettando gli sgravi fiscali concessi dal governo (perché non farlo tre mesi fa, con Mario Monti in carica?), ma restando sempre e comunque prigioniera da un lato di Landini e dall’altro dei “suoi” pensionati, la maggioranza degli iscritti. Ora sono tutti d’accordo nel ricevere gli sgravi per il salario di produttività? Bene, è un bel regalo degli italiani. Adesso dimostrino di meritarselo diffondendo la contrattazione di secondo livello. Il “pasto gratis” è precluso e neppure Grillo lo può fornire.   Il Foglio, 26/6

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