A Francoforte s’intona una sinfonia riformista,

ma l’Italia di Letta stona

"L'Italia eviti l'instabilità politica e si concentri sulle riforme economiche". Questo il monito del commissario Ue agli affari Economici Olli Rehn, interpellato dai giornalisti, entrando alla riunione dell'Ecofin in corso nella capitale lituana. Il commissario Ue ha spiegato che "l'Italia ha avuto alcune turbolenze politiche recentemente ma – ha tenuto a precisare – il Governo ha preso chiari impegni che sta mandando avanti".

Il Bollettino della Banca centrale europea  di ieri contiene giudizi sull’Italia che i grandi media hanno distorto. La Bce è allarmata dal fatto che il nostro debito sia salito in modo anomalo perché il fabbisogno di Tesoreria si è gonfiato per effetto del rimborso, privo di copertura patrimoniale, dei debiti della Pubblica amministrazione. A luglio il fabbisogno era  di 51 miliardi: 28 in più che a luglio del 2012. Ad agosto era salito a 60. Sommando l’eccesso sino a luglio con quello d’agosto c’è peggioramento di 2,5 punti di pil. Dal punto di vista delle regole della contabilità europea, scritte e interpretate da giuristi e statistici digiuni di analisi economica, trattandosi di debiti pregressi, il loro rimborso non fa parte del deficit. Ma dal punto di vista economico questo è un deficit. E lo è non solo in termini di cassa, lo è anche in termini di contabilità economica, perché il credito, prima inesigibile, è diventato esigibile. E perciò è stato pagato. L’unica differenza che questo deficit ha, rispetto a quelli rilevanti per i parametri di Maastricht, è che esso è di natura straordinaria, non ordinaria. La sua copertura pertanto andrebbe fatta con operazioni di finanza straordinaria. Per esempio una alienazione di beni pubblici.

Ma il governo Letta è prigioniero del patto neo corporativo fra Confindustria e sindacati (in realtà con la Cgil e la sinistra). E mentre la Confindustria ha preteso il pagamento dei debiti pregressi, in gran parte contratti con le regioni per la sanità e con gli enti locali, il Pd che detiene la quota di controllo della Cgil, si è sin qui opposto alla politica di alienazione di beni pubblici. Il rapporto debito/pil sta salendo pericolosamente a causa di questa violazione di canoni elementari della buona conduzione dei bilanci pubblici. Un’altra violazione di tali canoni sta nel fatto che questo pagamento di debiti pregressi è stato effettuato senza indagare sulle irregolarità che vi hanno dato luogo. E che riguardano, in gran parte, le regioni e gli enti locali che hanno falsificato i bilanci, creando un arretrato anomalo, che potrebbe anche riprodursi. C’è una marea di personaggi di sinistra che, per la legge Severino, nel caso di Berlusconi dicono che “bisogna applicare la legge” (a modo loro). Si sono mai chiesti se è tollerabile che regioni e enti locali possano violare le leggi senza che lo stato ponga remore a che ciò si ripeta? La Bce critica il fatto che l’abrogazione della prima rata dell’Imu sull’abitazione principale è stata fatta rinviando la copertura a misure da prendere in seguito e che altrettanto accade per il mancato aumento dell’Iva.

Non dice affatto che è sbagliato alleggerire l’Imu e non aumentare l’Iva. Dice che non si deve dilazionare la copertura al futuro. Ciò aumenta il fabbisogno e crea incertezze. Ci si dimentica che l’aumento dell’Iva, in origine, era una clausola di salvaguardia ove non si fossero limati i 200 miliardi di mancato gettito dovuti a esoneri fiscali. La Bce raccomanda all’Italia la politica di crescita, per ridurre il rapporto debito/pil. E suggerisce due ordini di politiche strutturali. Ossia: efficienza dei servizi pubblici e riduzione degli effetti distorsivi dell’imposizione fiscale. Riforme del mercato dei beni e servizi per potenziare la competitività, e riforme strutturali incisive per moderare le rigidità del mercato del lavoro. Il Forum di Ginevra sulla competitività, nello spiegare perché ha degradato di 7 punti l’Italia, indica le rigidità del mercato del lavoro e le incertezze del sistema giudiziario che frenano l’investimento internazionale: il blocco delle attività della famiglia Riva, annunciato ieri, ne è un esempio drammatico. Sono queste le priorità per evitare di macerare nella semi stagnazione. Riva chiude, Fiat se ne va. Considerando che cosa fa – e non fa – Letta, senza la pressione del Pdl di Berlusconi, condizionato dal cocktail di Confindustria e Cgil, dalla cultura retrograda del Pd, adesso rimpiango Mario Monti.

© - FOGLIO QUOTIDIANO di Francesco Forte, 13/9

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