Chi nasconde la mano. L’ipocrisia degli sfascisti Pd

che tifano per la crisi di governo del Cav.

In molti, nel Pd, non vedono l’ora di andare a votare. Molti non sono contenti di stare al governo con il Pdl, altri non vogliono consegnare le chiavi del partito a Renzi, quasi tutti erano convinti che negando la minima solidarietà, mostrando anzi una fretta ingiustificata, nei confronti della decadenza di Berlusconi, avrebbero potuto attribuire a lui la responsabilità della crisi e poi affrontare l’elettorato nelle migliori condizioni. Quando l’elemento centrale di quel disegno è saltato, per effetto dell’appello di Berlusconi a reagire con la ricostruzione di Forza Italia e non con una crisi di governo, alcuni hanno deciso di fare carte false, ribaltando il senso del messaggio, pur di ottenere l’agognato scioglimento delle Camere. Da manuale in questo senso la dichiarazione di Rosy Bindi, ieri su Repubblica, secondo la quale con il suo appello “Berlusconi ha staccato la spina al governo”.

E’ vero l’esatto contrario, lo sanno e l’hanno scritto tutti, persino Rep., che aggiunge un “per ora” e immagina nuove trame per i prossimi mesi, ma alle Bindi i fatti non interessano quando sono in contrasto con la sua volontà. Una scelta che punta alle elezioni, magari per ragioni interne al partito, è legittima. Sarebbe però un dovere di onestà dichiarare in che strategia si inscrive questa scelta e indicare agli elettori come si intendono superare i problemi di governabilità insiti nella situazione istituzionale. La vecchia tecnica di gettare il sasso e nascondere la mano, in una condizione critica e pericolosa come quella attuale oltre che ipocrita potrebbe rivelarsi controproducente. Il Foglio, 20/9

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