“L’abuso sui fanciulli? E’ dell’Onu”

Parla il filosofo Scruton: “Il rapporto contro il Vaticano

è in sé una violenza sui bambini, con obbligo di aborto. Questa violenza non avviene in un oratorio, ma a cielo aperto. E’ la burocrazia degli esperti d’infanzia”

“Rimozione degli stereotipi di genere dai libri di testo delle scuole cattoliche”. “Pianificazione familiare e salute riproduttiva, in modo da prevenire gravidanze indesiderate”. “Revisione della propria posizione sull’aborto che mette ovviamente a rischio la vita e la salute delle ragazze incinte”. “Accesso alla contraccezione così come all’informazione sessuale e riproduttiva”. Queste sono soltanto alcune delle numerose ingiunzioni ideologiche che la commissione dell’Onu per i Diritti dell’infanzia ha rivolto al Vaticano, accusato di collusione e di promozione della pedofilia nel clero. Il Vaticano è persino criticato perché non aderisce a un linguaggio “gender inclusive” e perché parla di “complementarità” del ruolo maschile e femminile, e non della loro “uguaglianza”. Le interviste sulla stampa italiana a Maria Rita Parsi, membro di quella commissione del Palazzo di vetro, spiegano bene il senso di una offensiva culturale che va ben oltre la pedofilia.

“Ovviamente ci sono e ci sono stati preti che hanno abusato dell’infanzia di bambini, ma l’abuso sessuale spopola anche fra i laici, compresi i burocrati delle Nazioni Unite, perché l’abuso sessuale fa parte della natura dell’essere umano”, dice al Foglio Roger Scruton, 69 anni, intellettuale conservatore, docente alla St. Andrews University e tra i più celebri filosofi anglosassoni. “I preti che abusano dei bambini sono la grande eccezione, non la regola”. Con una completa assenza di note e riferimenti precisi, il rapporto dell’Onu parla di “decine di migliaia” di bambini vittime dei preti pedofili.

“Il rapporto dell’Onu sulla chiesa cattolica è una operazione politica e morale”, ci dice Scruton. “E’ la questione dell’ideologia sessuale e del ‘buon sesso’ che l’Onu e altri stanno diffondendo nelle democrazie occidentali. Il sesso è il legame della società e anche la forza che esplode in essa, oltre che il grande catalizzatore delle pulsioni anticristiane. Se si legge il rapporto delle Nazioni Unite ci si accorge di quanto questa ideologia sia essa stessa un gigantesco abuso sessuale di gran lunga peggiore di qualsiasi sopruso commesso da un sacerdote. Perché è un abuso universale, generalizzato, in progressione, vincente. Per questo la chiesa cattolica deve stare attenta a restare sulla difensiva, questo non la aiuterà. Il rapporto dell’Onu dimostra quella che Karl Marx chiamava ‘ideologia’, ovvero come una collezione di idee senza autorità possa mistificare la realtà sociale. Se un sacerdote abusa del bambino nel segreto della sua coscienza e di un oratorio, questa ideologia Onu propone l’abuso sessuale a cielo aperto e senza vergogna, si tratta di un sacrificio umano, di una guerra alla famiglia e più in generale alla stessa condizione umana. L’aborto rientra in questa ideologia in quanto rappresenta la massima distruzione della riproduzione e del concepimento”.

Il bambino astratto, virtuale, “liberato”

L’Onu impone al Vaticano una revisione dei libri di testo usati nelle scuole cattoliche. “La famiglia è diventata una istituzione sovversiva, una cospirazione occulta”, spiega Scruton. “Così nei libri di testo la donna è single, i padri non vengono citati, e l’educazione sessuale è precisamente diretta alla rescissione di ogni legame fra il sesso e la famiglia”.

Scruton critica il concetto stesso di “abuso dei bambini”, su cui è stata “eretta una vasta burocrazia in tutto il mondo occidentale e che suggerisce una condizione sociale e psicologica che soltanto degli ‘esperti’ sono in grado di gestire. Si tratta di una ideologia che indietro risale  a Michel Foucault, che mitizza il bambino in quanto simbolo di una perfetta innocenza, così che l’abuso dei bambini è rimasto l’unico crimine sessuale, ma in verità questa ideologia rende il bambino un essere astratto, virtuale, e alla fine lo distrugge, perché vorrebbe ‘liberare’ i bambini dalla famiglia e renderli liberi di godere dei ‘diritti del proprio corpo’, insegnando loro che gli unici rischi del sesso sono di natura medica. Questa spudoratezza sostenuta dalla educazione sessuale nelle nostre scuole incoraggia i bambini a un interesse precoce e spersonalizzato alla propria sessualità, insegna loro a disfarsi degli esseri umani come se fossero i condom che gli fanno scartare in classe, e allo stesso tempo fa diventare tutti noi isterici al pensiero di tutti quei pedofili là fuori”.

FQ. di Giulio Meotti, 7 febbraio 2014 - ore 06:59

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