Stiano distanti le sirene sindacali. La Cgil pensa

 a sé, non ai disoccupati. Renzi sia “competitivo”

Il nuovo presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha dimostrato capacità innovativa evitando di chiedere la fiducia sul decreto “Salva Roma” sulla base del principio del non abuso di uno strumento parlamentare che dovrebbe servire per le grandi scelte programmatiche e non per far passare un grosso miscuglio di finanza allegra. Ora occorre che Renzi dimostri energia e capacità innovativa anche per il cuneo fiscale. La disoccupazione arrivata al 12,9 per cento e quella giovanile al 42,4 per cento. Disperdere i fondi disponibili – in ipotesi 10 miliardi che non sono facili da raggranellare – in misure redistributive, come quelle richieste dalla Cgil di Susanna Camusso, che vorrebbe destinare il 75 per cento della somma alla riduzione dell’Irpef sui bassi redditi degli attuali occupati, comporterebbe un effetto pressoché nullo sui costi di produzione e sulla competitività delle nostre imprese. Invece con dieci miliardi concentrati sull’Irap, si può ridurre del 50 per cento il carico sui costi del lavoro e detrarre, come costo di produzione, la parte restante, trasformata in contributo sanitario regionale, dagli imponibili dell’imposte sui profitti delle imprese.

Questa operazione di fatto ridurrebbe il costo del lavoro di circa 4 punti percentuali sui 6,5 dell’Irap. Sarebbe una misura strutturale particolarmente efficace per le società con sede fiscale all’estero, che potrebbero detrarre l’Irap diventata imposta sui profitti da quella che pagano nello stato ove hanno il domicilio tributario. Spiacerebbe di certo ai sindacati che vanno in cerca di mance per gli aderenti alla categoria, ma ne beneficerebbero tutti – non solo le imprese ma anche i lavoratori – perché creerebbe crescita e occupazione e peraltro starebbe bene nel Jobs Act di Renzi, in aggiunta al manifesto presentato prima dell’ascesa a Palazzo Chigi.

© - FOGLIO QUOTIDIANO, 3 marzo 2014 -

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