Lettere al Direttore IL Foglio 30.8.2014

#iostoconmagdi, ma alcuni dei nostri se ne vanno

col Califfo

1-Al direttore - Far calare da 45 a 20 giorni le ferie estive dei magistrati… E’ un attacco all’indipendenza della categoria? Una minaccia all’esercizio della giurisdizione? Un tentativo di delegittimazione? Ah, saperlo!

Frank Cimini

2-Al direttore - “Farsi candidi come volpi e astuti come colombe. Confondere le piste, le identità. Avvelenare i pozzi” (Franco Fortini, “Verifica dei poteri”, Il Saggiatore, 1965). In fondo, a questa etica del nicodemismo del suo illustre concittadino si ispira la politica di Renzi, così come è stata brillantemente descritta da Claudio Cerasa sul Foglio di ieri.

Michele Magno

Son di Firenze.

3-Al direttore - L’atto di fede in Matteo Renzi del mio amico Michele Magno, piuttosto che in Godel, potrebbe trovare riscontro in s. Paolo: credo quia absurdum.

Giuliano Cazzola

Direi Tertulliano, ma fa lo stesso.

4-Al direttore - Parafrasando il “Principe”: “Sempre i rottamatori avranno vita difficile, perché troveranno aspri nemici nei rottamandi e tiepidi amici fra coloro che, in futuro, avranno ipotetici benefici dalla rottamazione”.

Piero Calcagni

5-Al direttore - Mai avrei immaginato di dover scrivere un giorno #iostoconMagdi. Ritengo l’ex eurodeputato un conservatore reazionario e tante altre belle cose, ma preferirei potermici confrontare pubblicamente piuttosto che vederlo deferito a un qualche comitato di salute pubblica previsto dall’ordine dei giornalisti. Tra le varie altre implicazioni socio-giuridiche, il caso Allam conferma una particolare attenzione censorea nei confronti del Giornale che un paio d’anni fa s’era visto condannare il direttore per diffamazione a mezzo stampa reo d’aver ospitato un pezzo contro un magistrato. Di altrettanto rilievo costituzionale mi pare l’hashtag #21ottobreingalera relativo al caso di Francesco Storace accusato d’aver vilipeso il capo dello stato sette anni fa. Nel primo caso andrebbe finalmente abolito l’ordine dei giornalisti, nel secondo abrogato l’articolo 278 del codice penale – entrambe le riforme avrebbero a che fare con la libertà d’espressione. A Palazzo Chigi, però, si preoccupano di intercettazioni e, ancor di più, di prescrizione.

Marco Perduca

6-Al direttore - Allora è vero: l’ordine dei giornalisti, a livello nazionale, si sta trasformando in un luogo di censura preventiva, in base alla quale nessuno potrebbe avanzare critiche nei confronti degli islamici: non sempre sono d’accordo con Magdi Cristiano Allam, ma che egli venga sottoposto a un procedimento per le idee espresse in relazione alle violenze islamiche commesse in nome di Maometto mi sembra una cosa dell’altro mondo, cioè una cosa tipica del mondo islamico che oramai sta crescendo anche tra chi dovrebbe avere la “missione” di difendere innanzi tutto la libertà di pensiero, di cronaca e di opinione.

Giuseppe Zola

7-Al direttore - Da quando perdere la testa è diventato politicamente corretto ho trovato qualcuno da odiare. Preghiamo.

Edoardo M. Rizzoli

8-Al direttore - Ben pochi (sempre troppi, ma pochi grazie a Dio) risponderanno all’appello del video di reclutamento del Califfato; ma un po’ di più ne saranno tentati e ancora di più lo prenderanno in considerazione tra le ipotesi lontane: ma perché? Perché un ragazzo più o meno normale, non del tutto matto dovrebbe sentirsi attratto (fino ad ammazzare e morire) da qualcosa di estraneo al suo orizzonte antropologico e culturale? In cosa è il “fascino”? Qual è il punto “fisiologico” a cui può attaccarsi e far presa questa chiamata? Il punto è che il video è una orribile caricatura della proposta di una vita come compito. L’hockey, le donne, il lavoro “davvero buono”, gli amici insomma il godimento (un po’ borghese) “finché dura” non basta a soddisfare il cuore di ciascuno. Lo fa sonnecchiare, talvolta dormire profondamente, ma non basta a soddisfarlo. Noi occidentali non abbiamo perso “i valori” ma la dimestichezza col desiderio costitutivo del nostro cuore, non sappiamo più “averci a che fare”, non ne siamo più all’altezza. E in alcuni (sempre troppi, ma pochi grazie a Dio) una caricatura mortifera di risposta nella proiezione paranoica del male in innocenti da sgozzare può addirittura funzionare. Fino all’annullamento.

Mario Ballantini

9-Al direttore - I fanatici islamici stanno pensando di portare la guerra santa in Europa, promettono di far diventare islamico anche il Vaticano. La cosa non mi sconvolge più di tanto, l’unico trauma per il clero cattolico sarà quello della fine del celibato, saranno costretti al matrimonio magari con più di una moglie, da nulla a troppo, uno shock impressionante. Invito a meditare tutti quanti in merito al pericolo immenso che un eventuale Vaticano islamico potrebbe rappresentare per il nostro immenso patrimonio artistico, praticamente tutto di ispirazione religiosa. Il rischio è che si ripeta quello che fu il rogo della biblioteca di Alessandria per gentile concessione del califfo Omar. La sua teoria era che: in quei libri o ci sono cose già presenti nel Corano, o ci sono cose che del Corano non fanno parte, se sono presenti nel Corano sono inutili, se non sono presenti allora sono dannose e vanno distrutte.  Finora i furti di oggetti di arte sacra si ritiene siano stati ordinati da collezionisti privati, l’ultimo in ordine di tempo è la tela del Guercino sparita dalla chiesa di San Vincenzo a Modena. Un domani questi furti potrebbero venir ordinati da emiri o califfi che dispongono di liquidità pressoché illimitata, allo scopo di distruggere opere d’arte che hanno come soggetti immagini di personaggi che hanno a che fare con la religione, immagini sacre tassativamente vietate dal Corano. Da distruggere specialmente se rappresentanti simboli di infedeli.

Rolando Spinelli

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