Lettere al Direttore Il Foglio 5.9.2014
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Un verso di Ungaretti che valorizza il peccato
e la penitenza
1-Al direttore - Dice che a Firenze i parcheggi si pagheranno con un sms. Un’altra botta di Nardella al governo Whatsapp.
Maurizio Crippa
2-Al direttore - In seguito all’attacco giapponese a Pearl Harbor gli americani di origine giapponese furono arrestati e internati. Giacché in Francia l’isterismo collettivo antirusso ha raggiunto il parossismo mi accingo ogni giorno a subire la stessa sorte. Supplico Federica Mogherini di convincere Hollande e Fabius a darsi una calmata. Altrimenti chiederò l’asilio politico all’ambasciata italiana della rue de Varenne o, meglio, alla redazione del Foglio sulle rive del Tevere.
Gabriel Matzneff
3-Al direttore - Velardi se n’è ghiuto. Rondolino se n’è ghiuto. Minniti se n’è ghiuto. Orfini se n’è ghiuto. Latorre se n’è ghiuto. E così soli li ho lasciati!
Stefano Di Michele
4-Al direttore - La “paziente n. 5”, cinquantenne con due figli che ne vuole un altro “con il nuovo compagno” e ha raccontato la sua storia su Repubblica la scorsa settimana, risulterebbe già esclusa dall’eterologa nel Sistema sanitario nazionale, per come è stato annunciato dalle regioni. Le quali, nel loro accordo, hanno stabilito che dopo i 43 anni l’eterologa non sarà garantita nei sistemi sanitari regionali. Del resto, se l’eterologa fosse veramente gratuita per tutte le donne in età fertile per le quali è fallita l’omologa – e considerando che il tasso di successo con l’omologa è meno del 20 per cento – quanto dovrebbero pagare le regioni – cioè noi – per “garantire” l’eterologa a chi la chiede? E quanto hanno messo in conto di pagare, le regioni, per garantire l’eterologa gratuita – come titolano oggi certi giornali – o con ticket fino a 43 anni? Hanno fatto bene i conti? Non sarà che il loro accordo porta esclusivamente acqua al mulino dei centri privati, gli unici che potranno procedere subito e spensieratamente, perché comunque pagano i pazienti e perché faranno firmare accordi capestro per evitare contenziosi se qualcosa andasse storto? L’accordo tra regioni, per come è stato annunciato, è la più chiara prova della necessità di una legge nazionale. Senza, più che vuoto normativo c’è il salto nel buio.
Nicoletta Tiliacos
Silvio Orlando, nel morettiano “La stanza del figlio”: “Non me le raccontate queste cose, ché non le capisco”.
5-Al direttore - Quando nel ’94 l’Ucraina dismise 175 missili balistici e 1.500 testate nucleari, un vostro concorrente scrisse: “Per Kravchuk, che deve avere l’approvazione del Parlamento, e per gli ucraini la rinuncia è un enorme atto di fede negli Stati Uniti e soprattutto nella vicina Russia, mentre si affacciano all’orizzonte del Cremlino personaggi come Vladimir Zhirinovsky”. Ecco, siamo arrivati all’orizzonte. Vatti a fidare, vatti.
Marco Di Mattia
6-Al direttore - Mi iscriva pure all’elenco dei lettori attraversati da un momento di realismo e pessimismo. Non mi sono ancora riavuto dall’angosciato stupore con cui ho ascoltato il Papa cui piace troppo affermare “chi son io per giudicare?”. C’era una volta in cui i sacerdoti ministri di Dio, e il Vicario di Cristo in terra in primis, avevano non solo il diritto ma soprattutto il dovere di giudicare i peccati e assolvere (o meno) i peccatori, a condizione che vi fosse sincero pentimento e dichiarato proposito di non più peccare e con conseguente imposizione di una penitenza.
Recita uno splendido verso di Ungaretti del 1928: “Il peccato che importa, / Se alla purezza non conduce più”. Ovvero, mi par di capire, l’uomo si preclude ogni speranza di salvezza non già quando pecca, ma quando smarrisce o cancella il senso e la consapevolezza del peccato. Al lettore Del Pozzo che ricordava che Dio è misericordioso, ma pure Allah lo è, lei ha risposto con arguzia “già”. Mi permetto di credere volesse sottintendere che la massima pena cristiana per il peccato più grave (leggasi apostasia) è la scomunica, mentre per l’islam duro e puro, ovvero ortodosso, è semplicemente la pena di morte. Forse in un momento di realismo e pessimismo, lei ha parlato di notte dell’occidente (giudaico e cristiano). Notte fonda, direi.
Gianfranco Trombetta
7-Al direttore - Rassicuri il signor Mirko Teramo che parla, in base a imprecisate “ricostruzioni dei quotidiani”, di “interventi di manutenzione straordinaria anche su parti strutturali dell’edificio” permessi dal decreto Sblocca Italia. Nessun libero “taglio di travi e pilastri” ma possibilità di spostare tramezzi, porte, frazionare o accorpare appartamenti senza aumentare la volumetria né intervenire sulle parti strutturali. Nel decreto è scritto chiaro.
Ubaldo Casotto, capo ufficio stampa Mit