Ma chi risarcirà Romeo?Le motivazioni della

Cassazione su un processo farsa. Storia esemplare

di Redazione | 04 Ottobre 2014 ore 06:30

Come molte inchieste promosse dalla procura napoletana, anche quella su Global service, clamorosa e tragica, divenuta famosa per il suicidio dell’assessore Giorgio Nugnes, si è dimostrata infondata. Le motivazioni con cui la Corte di cassazione ha assolto “perché il fatto non sussiste” il principale imputato, l’imprenditore Alfredo Romeo, non lasciano dubbi. La procura viene criticata per aver messo in piedi un procedimento nonostante il “vuoto probatorio” esteso a tutte le ipotesi accusatorie. Anche le numerose intercettazioni telefoniche che erano state disposte dalla procura erano carenti di giustificazioni che le legittimassero. Romeo, 79 giorni di carcere preventivo, ha visto ristabilita la sua onorabilità, anche se le insinuazioni che per settimane sono state pubblicate sul suo conto dalla stampa lasceranno un segno.

L’imprenditore ha commentato esprimendo la convinzione che “per fortuna in questo paese esistono regole di garanzia oltre ogni giustizialismo, e che ci può essere una giustizia giusta grazie a magistrati che hanno rispetto della legge, del loro ruolo e dei diritti dei cittadini”. Parole nobili, soprattutto se si tiene conto che le ha pronunciate chi è stato vittima di una via crucis dolorosissima. Resta da chiedere se gli “altri” magistrati, quelli che hanno imbastito la teoria accusatoria senza prove e riscontri, raccogliendo intercettazioni illegittime, saranno chiamati a rispondere del loro operato. Ma lo sappiamo già: nessuno pagherà.

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