Eterologa gratis, dietrofront toscano

Rossi si rimangia lo spot, chissà che diranno

quelli della Coscioni

di Redazione | 08 Ottobre 2014 ore 06:30

Quando il governatore della Toscana, Enrico Rossi, annunciò trionfante che la sua regione avrebbe garantito l’eterologa gratis a tutti, la notizia di tanta munificenza trovò ampio spazio sui giornali nazionali. Ma ora solo un pezzetto in cronaca locale sulla Repubblica è incaricato di annunciare il “contrordine, compagni”. Oltre i quarantatré anni – vale a dire più del settanta per cento delle donne che chiedono l’eterologa – la Toscana non garantirà un bel nulla, nemmeno a pagamento. Lo ha deciso lunedì la giunta regionale. Per armonizzarsi, dice, con quanto deciso dalla Conferenza stato-regioni, e per obbedire allo stesso principio che vale per l’omologa. Il limite di quarantatré anni per il rimborso è fissato perché “le possibilità di avere un figlio dopo quell’età sono troppo basse”. E non sarebbe etico, si aggiunge, fornire una prestazione con un altissimo tasso di fallimento facendola pagare (circa seimila euro, che comunque coprono solo in parte le spese effettive, perché i gameti “donati” e l’intera procedura in realtà costano almeno il doppio).

Anche l’ospedale di Careggi, magnificato fino a qualche settimana dai media fa come la nuova terra promessa dell’eterologa  per tutti, dovrà (immaginiamo con quale sollievo) sfrondare parecchio la sua lista d’attesa. Rimane qualche dubbio: quando il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, ha saggiamente annunciato che nella sua regione l’eterologa sarà sempre a pagamento, l’Associazione Luca Coscioni ha parlato di “norma aberrante”. Ora diffiderà anche Rossi? E chissà che ne pensa il presidente della Consulta, Giuseppe Tesauro, alfiere dell’idea del “diritto al figlio” garatito dall’eterologa.

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