Riina al Quirinale. Anche no.La risposta necessaria

di Napolitano alle provocazioni dei pm di Palermo

di Redazione | 08 Ottobre 2014 ore 06:30

La procura palermitana ha dato parere favorevole alla richiesta dei boss mafiosi Totò Riina e Leoluca Bagarella che pretendono di parteciapre in videoconferenza dal carcere all’interrogatorio cui verrà sottoposto Giorgio Napolitano, su richiesta, com’è noto, della stessa procura. Così si chiude il cerchio della trappola che è stata ordita contro il Quirinale, chissà se per vendicarsi del conflitto opposto da Napolitano presso la Consulta contro l’uso illecito delle intercettazioni da parte della stessa procura. Voler mettere in qualche modo sullo stesso piano il massimo garante delle istituzioni e i capi mafia, costruendo una sceneggiata lesiva dell’onore e della funzione del Capo dello Stato senza alcuna possibile utilità per l’accertamento dei dati di fatto della cosiddetta trattativa tra Stato e mafia, è segno di una visione distorta per non dire perversa della funzione giudiziaria. Ora dovrà pronunciarsi la Corte d’Assise e c’è solo da sperare che sappia  svincolarsi dalla psicosi indotta dai comportamenti della procura. Altrimenti Napolitano avrebbe tutte le ragioni per rifiutare la convocazione che lo costringerebbe a ospitare virtualmente i capimafia al Quirinale.

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