Il fanatismo religioso islamico

è la reazione alla secolarizzazione

di Sergio Soave  Italia Oggi, 7.1.2015

Nelle alte sfere del pensiero letterario-filosofico si sta svolgendo da tempo una discussione che, a prima vista, può apparire astratta e specialistica, ma che invece, per una volta, ha agganci rilevanti con la realtà e può orientare importanti scelte in vari campi, da quello politico a quello militare a quello religioso. Sintetizzando, e quindi banalizzando, si tratta della tesi, sostenuta da Michel Houellebecq, che nel suo romanzo Sottomissione (che è la traduzione della parola Islam) vede un futuro in cui il fondamentalismo prevale per la sua energia su una società fondata sull'Umanesimo e sull'Illuminismo incapace di difendere i suoi valori diventati elitari, e quella opposta che viene illustrata per esempio da Emanuel Carrère, che pronostica o auspica, al contrario, una «intesa feconda» tra Islam ed Europa, simile a quella che si realizzò nei primi secoli dell'era volgare tra il Cristianesimo e la cultura classica greco-romana, di cui parla nel suo libro di prossima pubblicazione, Il regno.

C'è qualcosa di estremistico nelle due tesi, nel senso che si porta all'estremo qualche elemento della realtà storica e di quella contemporanea, trascurandone altri. L'idea della prevalenza dell'energia islamica sulla pigra rilassatezza dell'Occidente nasconde il fatto che consumismo e tecnologia, frutti più o meno gustosi ma certamente reali della civiltà occidentale, dilagano anche nelle società islamiche, e che si può pensare al fanatismo religioso come a una reazione a questo processo di tendenziale secolarizzazione, che difficilmente però potrà essere fermato dall'alto, visto che in realtà non ci riescono neppure gli ayatollah iraniani al potere da decenni. Dall'altra parte la visione irenistica di un incontro fra paganesimo e cristianesimo trascura secoli di persecuzioni sanguinose, prima degli imperatori precostantiniani verso i cristiani, poi degli imperatori cristiani verso i pagani, con tanto di distruzione di capolavori artistici e massacri di massa. Creare un senso comune basato su una lettura fantastica della realtà è usuale fin dal tempo delle stupende mitologie antiche, ma in una condizione di disagio e di preoccupazione come quella che attraversa oggi le nostre società, può essere pericoloso radicare concezioni estremistiche, sia quella che osteggia indiscriminatamente l'Islam sia quella che nega il suo carattere sostanzialmente illiberale, che sarà poi difficile sradicare. Naturalmente studi e romanzi di ogni genere contribuiscono alla riflessione, ma questo dovrebbe stimolare un esame critico meno superficiale dei fenomeni da cui traggono spunto.

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata