Magna e rinnoviamoci ma prima comincia tu

Si dice che il cittadino deve scegliere il parlamentare del luogo. Bene. Fiorito

quello della Regione Lazio che spendeva i soldi nei ristoranti e feste: vive ad Agnani e conosce i cittadini uno per uno, E’ stato eletto sindaco a furor di popolo con 7.757 voti; poi consigliere regionale con 17.296 preferenze e poi di nuovo con 26.217 preferenze. Scrive sul Foglio Andrea’s Version  “Li volevate i partiti più radicati sul territorio? Eccovi una bella quercia”.

Il Sindaco di Roma  fa un appello e dice che per   moralità politica, bisogna rifondare e rinnovare  il Centro destra: il gesto conseguente sarebbe stato di dare  le dimissioni lui per primo. Invece no: prima lo facciano gli altri. E’ per questa ragione che le riforme in Italia è difficile farle: non ci si mette mai d’accordo da dove cominciare.

Dal Magna Magna NON SI SALVA NESSUNO. Secondo i calcoli effettuati dal Sole 24 Ore c’è la solita e costosa Regione Sicilia, che ai gruppi consegna ben 13,7 milioni di euro l’anno. Subito dopo c’è la Lombardia di Roberto Formigoni, anche lui travolto dalle polemiche e dai sospetti, che eroga ben 12,2 milioni di euro ai partiti che siedono in consiglio. Poco sotto c’ è il Veneto, che è a quota 9,1 milioni. Anche l’austero Piemonte, con 7,3 milioni non scherza. Poi, andando in ordine sparso sullo stivale, c’è l’Emilia (6 milioni), la Liguria (5,7), la Sardegna (5,1), la Calabria (4,6), la Campania (4,5 milioni). E via proseguendo, fino alla Basilicata e alle Marche, che hanno speso rispettivamente 575 e 531mila euro.

CW, 25.9,2012

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