1-Errori giudiziari, in 24 anni 24mila innocenti in cella

2-“Chiediamo a Signorini la verità”, i magistrati non credono a Legnini sulla toga fedifraga

Redazione ANSA e giustiziami manuela d’alessandro e frank cimini, 30.6.2016

1-Redazione ANSA ROMA 30 giugno 2016

Gli errori giudiziari e la storia di chi ne resta vittima sono al centro di un docufilm, dal titolo "Non voltarti indietro", nato dall'idea di due giornalisti, Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone, che da anni lavorano su questo tema e hanno dato vita al sito errorigiudiziari.com, che censisce ben 700 casi. Il docufilm, presentato al festival di Pesaro e a quello di Ischia, è diretto da Francesco Del Grosso e ruota attorno alla storia di cinque persone che hanno vissuto il carcere e il processo da innocenti, vedendosi poi assolvere. E indaga sulle conseguenze di quest'esperienza, che ogni anno in Italia coinvolge centinaia di persone: negli ultimi 24 anni - come viene ricordato anche nel film - oltre 24 mila sono finiti in carcere da innocenti e per risarcirle lo Stato ha speso più di 630 milioni di euro.

2- giustiziami, cronache 30.6.2016

“Chiediamo a Signorini la verità”, i magistrati non credono a Legnini sulla toga fedifraga

“Non risulta pendente alcun procedimento penale o disciplinare a carico di componenti del Csm”. Giovanni Legnini prova a smentire la vicenda del magistrato fedifraga svelata da giustiziami.it inviando una  nota ai consiglieri dell’organo di autogoverno della magistratura. Nessuno sembra però credergli e anzi molti deridono i toni ambigui del comunicato.

Legnini ha dovuto emergere dal silenzio pressato dalle centinaia di magistrati che chiedono da giorni chiarezza nelle mailing list di corrente. “Se davvero è andata così, questo signore non può continuare a sedere nel Csm”, scrivono in molti. Altri manifestano livore contro la stampa: “Quando si vuole eliminare un concorrente si prega un giornalista (è un termine improprio) e si da’ origine alla notizia”.  Nei bar attorno al Tribunale di Milano all’ora di pranzo capannelli di toghe si confrontano sul nome (lo sanno tutti) e sui risvolti della vicenda.  E lo stesso accade a Roma,  da dove stamattina il presidente del Csm Legnini si è sentito in dovere di riportare “un clima sereno e proficuo” tra i magistrati.

Ma la sua difesa non ha convinto stando alla mailing list di Anm. “E’ uno scialbo comunicato parasovietico del tipo in Urss non ci sono furti”, azzarda uno. “Legnini scrive ‘non è pendente alcun procedimento’ – osservano altri – parlando al presente. Questo significa che in passato lo era e magari è stato definito con un patteggiamento?”. E ancora: “Se non fosse per lo sputtamento, ci sarebbe da ridere”; “Chiediamo a Signorini come sono andate le cose”.

Chissà se il giornalista re del gossip sa se il Csm ha mai aperto un’inchiesta sul magistrato fedifrago esercitando quell’azione penale che dovrebbe essere il pane della magistratura, oppure se ora sta insabbiando un’indagine conclusa con un patteggiamento o in altro modo che avrebbe dovuto portare alla rimozione dall’incarico, peraltro importante, rivestito dal magistrato. (manuela d’alessandro e frank cimini)

Categoria Giustizia

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