Carlo Nordio: "Il blocco dei conti della Lega Nord?

Non era necessario, non si fa. Chi indaga è malato di protagonismo"

16 Settembre 2017 da www.liberoquotidiano.it

L'ultimo flop giudiziario? L'inchiesta Consip che ha lambito Matteo Renzi e la sua famiglia, sempre più depotenziata dalle ultime rivelazioni su chi la ha condotta. Una vicenda che, proprio come ai tempi dell'assedio giudiziario contro Silvio Berlusconi, dovrebbe far riflettere sul ruolo della magistratura in Italia. E qualche riflessione, in un'intervista a Il Giorno, la consegna Carlo Nordio, l'ex procuratore aggiunto di Venezia, "eminenza grigia" in tema di giustizia in Italia.

 "La politica - spiega - deve recuperare fiducia in se stessa se vuole ristabilire il primato sull'azione giudiziaria, altrimenti resterà subordinata alla magistratura, come succede dal 1993, ovvero da quando è scoppiata Mani Pulite". Nordio aggiunge: "Non vedo più lo scontro frontale degli anni passati. Però rimane un'interferenza oggettiva della giurisdizione con la politica".

Dunque si passa all'attualità, al sequestro dei conti della Lega Nord. "Bisogna andarci piano con provvedimenti di questo tipo, che incidono sullo svolgimento della dialettica politica - ammonisce -. Vanno adottati solo se strettamente necessari: non mi pare che lo fossero. Così, si rischia di alterare il gioco democratico. In questo senso, ha ragione Salvini che parla di atto politico". Sul caso Consip, aggiunge: "Dopo aver letto le deposizioni del procuratore di Modena davanti al Csm mi pare che l'atteggiamento di alcuni investigatori sia stato quanto meno discutibile"

Secondo Nordio, in definitiva, serve un giro di vite: "Assolutamente. Aggiungo pure che, da un punto di vista tecnico. se le intercettazioni del caso Consip fossero state alterate volontariamente, non ci sarebbe solo il reato di falso ma anche quello di calunnia reale". Sulla legge relativa alle intercettazioni che giace in Parlamento afferma: "È troppo timida. Perché continua a mantenere le intercettazioni come mezzo di prova invece di mezzo di ricerca della prova. Finché resteranno mezzi di prova, dovranno essere ascoltate da tutte le parti interessate, a partire dai difensori".

E ancora, partendo sempre dal caso Consip, Nordio punta il dito contro il protagonismo di chi indaga: "Ci sono investigatori che possono essere inebriati dalle conseguenze importanti che hanno le loro inchieste, tanto da forzare le risultanze processuali. E quindi, può trattarsi di Renzi, può trattarsi di Berlusconi, può trattarsi un domani di Grillo rimane il fatto che l'obiettivo è un risultato eclatante", conclude.

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata