Così i giudici cancellano la Costituzione

Secondo il tribunale di Bergamo la circolare Inps che dispone che il bonus bebè denominato «mamma domani» non si applica ai figli degli stranieri residenti in Italia, è illegittima perché discrimina fra italiani e stranieri

Francesco Forte - Sab, 02/12/2017 - 08:30 www.ilgiornale.it

Secondo il tribunale di Bergamo la circolare Inps che dispone che il bonus bebè denominato «mamma domani» non si applica ai figli degli stranieri residenti in Italia, è illegittima perché discrimina fra italiani e stranieri.

Ciò sarebbe contrario alla nostra Costituzione, interpretata secondo la direttiva europea, non ancora attuata dall’Italia, secondo cui per la sicurezza sociale, gli stranieri residenti devono avere i benefici degli italiani.

L’articolo 3 della nostra Costituzione applica il principio di non discriminazione solo ai cittadini italiani. Il tribunale di Bergamo lo applica anche agli stranieri, introducendo in Italia lo ius soli, per il bonus bebè, con conseguenze per altri benefici. Ma la nostra Costituzione non può essere modificata da una direttiva europea, sin quando l’Italia non perde la sovranità nazionale. Per applicare anche agli stranieri residenti in Italia la direttiva europea, ci vorrebbe una modifica della legge sui bonus bebè, che lo estenda agli stranieri nati in Italia, introducendo così lo ius soli per questa ipotesi, a cui altre ne potrebbero seguire, con una adozione rateale dello ius soli.

Ma la sentenza contrasta anche con l’articolo 53 della Costituzione che collega il dovere di pagare i tributi secondo la capacità contributiva al diritto a fruire delle spese pubbliche. Esso non si riferisce solo ai cittadini italiani ma a «tutti», quindi anche gli stranieri. Chi conosce un minimo di diritto tributario sa che gli stranieri residenti in Italia non pagano le stesse imposte dei cittadini italiani, che risiedono in Italia, perché per i proventi che gli stranieri fanno all’estero non sono tassati in Italia. Le auto immatricolate all’estero non pagano il bollo in Italia eccetera. Ne viene che il diritto alle spese pubbliche dei cittadini italiani non si estende automaticamente agli stranieri residenti in Italia, perché ciò violerebbe il principio di eguaglianza a parità di capacità contributiva, che è un principio costituzionale, senza cui il sistema tributario è iniquo. Il tribunale di Bergamo ha voluto sostituirsi al legislatore, con una interpretazione evolutiva del diritto, che ne distrugge la certezza, trasformando il potere giudiziario in potere legislativo, e ignorando la Costituzione italiana, nella parte fiscale. Il conto lo pagheremmo sempre noi, con i bonus bebè ridotti per estendere lo ius soli.

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